Messico – Xcalacoop: la dolina adornata da mini cascate
e rampicanti.

Proprio lungo la strada dalle famose piramidi di Chichen Itza si trova uno dei più meravigliosi sinkholes – doline del Messico, chiamati anche “cenotes” –  Ik-Kil.

Una delle qualità più eteree di Ik-Kil è la luce che filtra dall’alto, che illumina le mini cascate, la vegetazione e le viti che si avvolgono intorno ai bordi del cenote e si appendono direttamente dall’alto come una tenda. Il sinkhole si trova a una profondità di oltre 40 m e si dice che gli archeologi abbiano trovato ossa e gioielli nelle acque profonde di quello che un tempo era un sacro sito sacrificale Maya.

I visitatori di questo luogo magico scendono giù per 25 m su tortuose scale di pietra. Da lì è possibile fare un piccolo salto in acqua, o un tuffo considerevolmente più alto, da una piattaforma, ma solo se si ha voglia di unirsi ai temerari in fila. Prima di immergersi, si fa una doccia in modo da non portare sostanze chimiche o detriti indesiderati nel delicato ecosistema  dell’acqua.

Il sito vanta un ristorante e alloggi per la notte, così come armadietti e giubbotti di salvataggio per i nuotatori. L’acqua rimane fresca durante i mesi primaverili e il pesce gatto nero può essere visto nuotare vicino ai visitatori. L’ultima affermazione famosa di Ik Kil è il titolo di Red Bull Cliff Diving World Series nel 2010, 2011 e 2014.

E voi… siete pronti per il salto???

 

 

Fonte: Atlas Obscura

IL LOUVRE ABU DHABI FESTEGGIA IL SUO PRIMO ANNO
CON OLTRE UN MILIONE DI VISITATORI

Il Louvre Abu Dhabi, che da fine ottobre ha svelato 11 nuove acquisizioni e 40 nuovi prestiti, ha annunciato di aver accolto oltre un milione di visitatori nel primo anno dalla sua inaugurazione, affermandosi come una delle principali istituzioni culturali sulla scena mondiale. I residenti degli Emirati Arabi Uniti rappresentano il 40% del numero totale di visitatori del museo, mentre i turisti internazionali rappresentano il 60% delle visite, con Francia, Germania, Cina, Regno Unito, Stati Uniti, India e GCC tra i migliori visitatori. Nel complesso, l’India è la nazionalità prevalente.

 

ANNUNCIATA L’APERTURA UFFICIALE DEL NUOVO CENTRO CULTURALE AL HOSN IL PROSSIMO 7 DICEMBRE 2018

Al Hosn è un complesso urbano originale che comprende 4 elementi interconnessi: lo storico Forte Qasr Al Hosn, la Fondazione Culturale, il palazzo del National Consultative Council e la Casa degli Artigiani. L’apertura ufficiale, il prossimo 7 dicembre, rappresenterà la celebrazione della ricca storia e cultura di Abu Dhabi con giornate di festeggiamenti ed eventi aperti al pubblico.

 

BUDDA BAR BEACH: LA LOCATION ESCLUSIVA PER SCOPRIRE ABU DHABI BY NIGHT

Buddha Bar Beach Abu Dhabi, all’interno del St Regis Saadiyat, è il punto di riferimento per la vita notturna della capitale: design ricercato, un elegante menu, ottimi cocktail ed eventi esclusivi. Dal 22 al 25 novembre, sarà ospite il leggendario DJ Ravin, guru dell’elettronica.

 

ANNUNCIATA LA QUARTA EDIZIONE DELL’ABU DHABI FOOD FESTIVAL

Dal 6 al 22 dicembre, Abu Dhabi accoglierà i food lover da tutto il mondo, nell’ambito della rassegna che celebra le delizie del palato in tutte le loro declinazioni: dalle preparazioni gourmet affidate a chef stellati, fino allo street food preparato sui caratteristici food truck.

 

Fonte: Visit Abu Dhabi

Il Jardin Majorelle è un giardino paesaggistico botanico e artistico a Marrakech. Originariamente creato dall’artista francese Jacques Majorelle e successivamente restaurato da Yves Saint-Laurent, è uno dei giardini più belli del Marocco.Jacques Majorelle (1886-1962) era il figlio del famoso designer di mobili in stile liberty Louis Majorelle. Il francese era un uomo dai molti talenti e interessi, ma era meglio conosciuto come pittore orientalista. Fino a quando costruì il Jardin Majorelle, un lavoro d’amore di 40 anni in divenire, e per il quale è oggi più ampiamente riconosciuto.

Majorelle arrivò in Marocco nel 1917, prima a Casablanca e poi a Marrakech. Si innamorò della città colorata e nel 1923 acquistò un appezzamento di terreno vicino a un palmeto. Quando divenne più stabile, iniziò lentamente a sviluppare ed espandere la sua proprietà. Si costruì una casa in stile moresco e un edificio in stile berbero con un’alta torre di mattoni, che chiamò il Borj.

Il giardino divenne una passione costosa per Majorelle, un fatto che non nascose: “Questo giardino è un compito epocale, al quale mi dedico interamente. Mi ci vorranno gli ultimi anni e cadrò, esausto, sotto i suoi rami, dopo avergli dato tutto il mio amore. ”

Nel 1947, decise di aprirlo al pubblico per sostenere i costi di manutenzione. Non molto tempo dopo, le cose cominciarono ad andare storte per Jacques Majorelle. Divorziò da sua moglie, Andrée Longueville, nel 1956, che lo costrinse a dividere la proprietà. Poi subì un grave incidente automobilistico, che gli costò l’amputazione della gamba sinistra. Le operazioni svuotarono le sue finanze e fu costretto a vendere la sua parte della villa e dei giardini. Andò a Parigi per curarsi, ma lì morì per le complicazioni derivanti dalle sue ferite il 14 ottobre 1962.

Il Jardin Majorelle cadde in rovina durante questo periodo. Ma quattro anni dopo la morte di Jacques Majorelle, la speranza arrivò sotto la forma dello stilista francese Yves Saint-Laurent e del suo socio d’affari per tutta la vita Pierre Bergé.   Scoprirono i Jardin Majorelle nel 1966 e se ne innamorarono all’istante. Nel 1980, quando sentirono che la proprietà sarebbe stata rasa al suolo e trasformata in un complesso alberghiero, acquistarono prontamente il Jardin Majorelle e si misero a restaurarlo.

Attenti a mantenere la visione originale di Jacques Majorelle, Saint-Laurent e Bergé sovrintendevano a un progetto di restauro che non solo ridava vita al giardino, ma lo espandeva. Furono installati sistemi di irrigazione automatici; fu creata una squadra di 20 giardinieri e il numero delle specie di piante fu aumentato da 135 a 300.

Yves Saint-Laurent morì nel 2008 e le sue ceneri furono disperse nel giardino delle rose al Jardin Majorelle. Due anni dopo, la strada di fronte al Jardin Majorelle fu ribattezzata Rue Yves Saint Laurent in suo onore. Nel 2010, la proprietà passò alla Fondazione Pierre Bergé – Yves Saint Laurent, un’organizzazione francese senza fini di lucro. Nel 2011, il Museo Berbero è stato inaugurato nel giardino, offrendo una ricca visione della creatività del popolo berbero, il più antico del Nord Africa.

 

Fonte: Atlas Obscura

DUBAI: THE PALM JUMEIRAH HOTEL

22 Nov 2018 In: Emirati Arabi Uniti

Un’esclusiva esperienza all-inclusive a Dubai

Prendi un volo e trascorri una vacanza senza stress al The Palm Jumeirah con il concetto Ultra-All-Inclusive, ora disponibile in tutti gli 8 ristoranti e bar tra cui Toro loco Steakhouse e Aqua & More Seafood Restaurant. Prenota questa offerta speciale e concediti una vasta selezione di cucine internazionali e 70 marchi di bevande di alta qualità in tutti i punti vendita.
Sfida te stesso scegliendo attività come salti kangoo, cross fit e ginnastica in acqua o goditi questa destinazione mozzafiato facendo un giro panoramico in bicicletta con il team di animazione o in kayak osservando un tramonto da sogno.
I vostri bambini potranno sperimentare attività entusiasmanti come corsi di cucina, cacce al tesoro, spettacoli di magia e bolle in Rixy Kids Club o immersioni in piscina e paddle boarding nel Club per ragazzi.
Tariffe speciali sono valide per soggiorni in novembre, dicembre e gennaio.

Fonte: Rixos The Palm Dubai, The Palm Jumeirah

Moulay Idriss Zerhoun

Alcuni anni fa rimasi sorpresa quando giunsi a Moulay Idriss… era l’ora della ṣalāt al-maghrib, la preghiera del tramonto per la religione mussulmana, e il muezzin, dall’alto del minareto, annunciava ai fedeli l’appello alla preghiera. La città era avvolta da una meravigliosa luce rossastra, ultimi raggi di un sole che si era appena nascosto oltre l’orizzonte, e tutto intorno a me dava la sensazione che il tempo si fosse fermato. Immediatamente colsi l’unicità e il fascino della città, considerata santa per il popolo del Marocco di fede mussulmana.

Dopo una lunga e rilassante camminata immersa nella natura, ricca di scorci adatti a scattare bellissime fotografie, con i suoi uliveti sparsi in una fiorente campagna, Moulay mi apparve arroccata su due colline rocciose che sovrastano la valle dell’Oued Erroumane. L’architettura della città è simile a quella di altre cittadine visitate in Marocco, con vicoli stretti tipici delle medine, ma spicca lo stupendo minareto in stile bizantino completamente rivestito da piastrelle verdi decorate con arabeschi, l’unico a pianta circolare in tutto il Paese. E’ soltanto da poco più di un secolo che la città ha aperto le porte a visitatori di religioni diverse da quella islamica, ma le moschee rimangono inaccessibili se non ai fedeli mussulmani.

Il Mausoleo di Idriss I è il cuore della città, il luogo sacro dove i fedeli, che non possono permettersi di fare il pellegrinaggio alla Mecca, scelgono in alternativa di fare sei pellegrinaggi, compiuti durante la festa annuale del santo, per adempiere ai dettami della loro religione. E’ tradizione che il Re del Marocco, dopo la sua incoronazione, faccia la sua prima visita ufficiale proprio a Moulay Idriss.

Dopo aver posato lo sguardo sulle vicine rovine dell’antica città fenicia, e successivamente romana, di Volubilis, lasciai questa città, un po’ mistica e affascinante, con una sensazione di leggerezza che ancora oggi percepisco ricordando quell’atmosfera magica che ho vissuto intensamente.

ANGUILLA: RIAPRE IL QUINTESSENCE HOTEL

21 Nov 2018 In: Caraibi

Quintessence Hotel: rifugio di lusso a Long Bay

L’anno scorso, nel mese di settembre, l’uragano Irma ha colpito le isole dei Caraibi provocando molti danni anche all’isola di Anguilla. Gli anguilliani, però, non si sono persi d’animo e si sono subito rimboccati le maniche. Infatti a un anno di distanza la maggior parte delle strutture alberghiere e turistiche hanno riaperto le loro porte ai visitatori e Anguilla è ancora più bella e pulita di prima. Tra le strutture che hanno già fatto il loro grande ritorno sulla scena c’è il Quintessence Hotel.

Q Hotel Anguilla è un Relais & Châteaux boutique hotel che si trova sulla bianca spiaggia di Long Bay.

L’hotel si contraddistingue per il suo ristorante a 5 stelle Julians, le nove lussuose e confortevoli stanze e molti altri servizi che offre ai suoi ospiti, come un moderno centro benessere e un centro fitness, uno yoga pavillon, due bar, una infinity pool, un campo da tennis, una fantastica boutique e una business suite all’avanguardia. Inoltre, un maggiordomo e un concierge saranno disponibili ventiquattro ore su ventiquattro per soddisfare tutte le richieste e i desideri degli ospiti.

Il Quintessence Hotel Anguilla rappresenta il lusso senza tempo ed è sinonimo di eccellenza culinaria e impareggiabile ospitalità. Ogni dettaglio dell’hotel è stato realizzato da abili artigiani, dai pavimenti in stile Versailles ai soffitti a volte di cedro. Inoltre, ogni stanza è impreziosita da opere d’arte haitiana che Geoffrey Fieger ha pazientemente collezionato negli anni. Tutti questi dettagli così ricercati  rendono il Q Hotel Anguilla un ambiente unico e di alta qualità.

Questa struttura è il posto giusto per prendersi cura di se stessi e del proprio corpo, ma anche per divertirsi, infatti al suo interno troviamo lo yoga pavillon, una scacchiera a grandezza naturale, un campo da tennis e una pagoda esterna dedicata ai massaggi. Se si parla di cura del proprio corpo non si può non fare riferimento ad Aidan Spa, il centro benessere dell’hotel, che offre un’ampia gamma di trattamenti per il viso, massaggi con oli pregiati, scrub con sale marino, manicures e pedicures e molti altri trattamenti con prodotti di alta qualità per la cura della pelle, il cui scopo è non solo quello di coccolare il corpo, ma anche lo spirito.

Geoffrey Fieger, il proprietario del Q Hotel Anguilla, nella costruzione del suo hotel si è lasciato ispirare dal Malliouhana Hotel che si trova a Meads Bay, perché proprio come Leon Roydon anche lui è un appassionato di arte haitiana, di bellezza, di perfezione, di architettura e di interior design.

Fieger particolarmente orgoglioso del suo hotel in grado di offrire privacy e attenzioni personalizzate ai suoi visitatori, ha assicurato che anche gli ospiti più esigenti ne rimarranno soddisfatti, infatti la struttura è stata pensata appositamente per ospiti speciali.

 

 

Fonte: Ufficio del Turismo di Anguilla

 

Senkwekwe Mountain Gorilla Center

L’unica struttura al mondo in cui vengono curati
i gorilla di montagna orfani.

Fondato nel 2009, il Senkwekwe Mountain Gorilla Center nel Parco Nazionale Virunga è l’unica struttura al mondo appositamente creata per prendersi cura dei gorilla di montagna orfani.

Nonostante gli intensi sforzi di conservazione negli ultimi 30 anni hanno portato la popolazione di gorilla di montagna selvatica da un pericoloso limite di 620 a poco più di 1.000 oggi, queste bellissime creature devono ancora affrontare minacce estreme nel loro habitat naturale a cavallo del pericoloso e instabile confine tra la Repubblica Democratica del Congo, Ruanda e Burundi. Proprio dove si trova il Senkwekwe Mountain Gorilla Center del Parco Nazionale Virunga.

Parte del più antico parco nazionale africano, il Centro Senkwekwe è stato istituito nel 2009 per prendersi cura dei gorilla di montagna orfani che sono stati vittime di bracconieri o di cacciatori di cuccioli. Il Centro Senkwekwe, che prende il nome da una famiglia di sei gorilla di montagna brutalmente assassinati nel 2007, è un santuario unico per queste specie a rischio di estinzione per vivere una vita piena e protetta.

Il Centro è gestito dai ranger del Parco Virunga e da altro personale dedicato, che attualmente sta curando quattro gorilla orfani che sono stati feriti in insidie ​​o hanno perso i loro familiari. Ha la rara distinzione di essere l’unico posto al mondo in cui i gorilla di montagna sono stati documentati per prosperare in cattività.

Dopo una serie di attacchi e rapimenti che hanno provocato la morte di almeno 12 guardie forestali nel 2018, il Parco nazionale di Virunga è attualmente chiuso ai visitatori e non è prevista la riapertura almeno fino al 2019. Se si prevede di visitare quando il parco riapre, si prega di contattare una compagnia turistica esperta e seria che possa garantire che la vostra visita sia condotta nel modo più sicuro ed affidabile possibile.

Fonte: Atlas Obscura

Cosa fare nel fine settimana? Perché non un salto ad Atene, da dover partire per una mini crociera attraverso le isole grecheDalla città alle isole della Grecia, per un fine settimana davvero fuori dal comune è possibile salire a bordo della Celestyal Olympia e lasciarsi stupire dalle bellezze dell’Egeo.

La Grecia non ha di certo bisogno di presentazioni. È una delle mete turistiche più apprezzate al mondo, in un mix fantastico di arte, storia e bellezze naturali. La sua fama non fa che accrescere dopo l’inaugurazione di una particolare offerta di mini crociere, che pone al suo centro le isole greche.

A bordo della Celestyal Olympia è possibile concedersi un fine settimana decisamente insolito, tra Grecia e un pizzico di Turchia. Mentre tutti i propri amici saranno a caccia dell’ultimo locale di tendenza in zona, voi sarete ad Atene, pronti a salpare per andare alla scoperta delle bellezze del Mar Egeo.

Appuntamento per la partenza al venerdì pomeriggio, per un fine settimana lungo e tutto da vivere. Per quanto il tempo possa sembrare davvero poco, la grande organizzazione consente di prendersi del tempo per sé e non saltare da una tappa all’altra costantemente. Inoltre la nave è provvista di palestra, piscina, librerie e sala per i bambini, tra le altre attrazioni.

Ecco le tappe del breve ma intenso viaggio:

Mykonos: il primo approdo sarà nell’isola forse più nota per la sua vita notturna scatenata. Non è un caso dunque che vi si arrivi in tardo pomeriggio, per poi ripartire dalle 23.00.

Kusadasi: si passa poi alla costa turca, ideale per gli amanti dello shopping. Qui i negozi si sprecano ed è possibile trovare davvero di tutto. Sul fronte prettamente culturale invece spicca la Libreria di Celsus, del 117 a. C.

Patmos: un paradiso ben lontano da quelli presi d’assalto dal turismo. Patmos si differenzia dal resto delle isole greche per la sua distanza da Atene e mancanza di un aeroporto. Tutto ciò consente la perfetta conservazione di questo luogo fantastico, che ispirò San Giovanni per il suo Libro dell’Apocalisse.

Creta: è l’isola più grande di tutte quelle greche. Ciò vuol dire che avere a disposizione mezza giornata non sarà mai abbastanza per vedere anche solo la metà di quanto i suoi luoghi hanno da offrire. L’approdo però sarà ad Heraklion, a qualche chilometro di distanza da Cnosso, dove seguire la scia del Minotauro.

Santorini: rocce e mare cristallino, in un solo colpo d’occhio quest’isola spiega rapidamente come venga costantemente votata come la più bella al mondo.

 

 

Fonte: SiViaggia.it

Il Duomo con il suo miracolo, le testimonianze etrusche, la città sotterranea: Orvieto è uno dei luoghi più magici d’ItaliaPiccolo borgo dell’Umbria, abbarbicato su di una rupe di tufo, Orvieto ha una storia antica. Ed è un vero e proprio gioiello dell’architettura etrusca, ricco di testimonianze, d’architetture civili e religiose e di angoli da esplorare.

Famosa soprattutto per il Duomo dalla facciata a mosaico, Orvieto offre in realtà tutta una serie di itinerari storico-artistici. Ecco cosa vedere e cosa fare in occasione di una visita in questo splendido borgo.

Gli Etruschi a Orvieto

A ridosso di Orvieto, numerosi sono i siti d’epoca etrusca e i luoghi di sepoltura che negli anni sono stati scoperti.  Tra i principali siti, meritano una visita la Necropoli di Crocifisso del Tufo – costruita secondo uno schema di vie ortogonali che ricalca i modelli urbanistici dell’epoca – e i vari musei che ospitano testimonianze provenienti dalle vicine necropoli etrusche.

Il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto e il Museo della Fondazione Claudio Faina ospitano ceramiche a figure rosse, armature da parate composte di elmo, corazza, schinieri e scudo, e tutta una serie di oggetti da corredi funerari, sia di importazione che di produzione locale: spille, monili, pugnali in metallo, vasellame di bucchero.Infine, in piazza della Repubblica, è possibile visitare i sotterranei della chiesa di Sant’Andrea.

Il duomo di Orvieto

Simbolo di Orvieto, e capolavoro dell’arte gotica italiana, il Duomo cittadino è molto più che una chiesa. Il suo Sacro Corporale ospita moltissime opere d’arte, e la sua armonia è incredibile se si pensa che – qui – hanno lavorato per oltre tre secoli più di venti artisti.

Iniziato nel 1290 per offrire al Corporale del Miracolo di Bolsena un posto dove essere venerato, il Duomo fu costruito fino alla seconda metà del Millecinquecento. Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani e Andrea Orcagna si alternarono, e l’effetto è straordinario: i bassorilievi con Storie del Vecchio e Nuovo Testamento e del Giudizio Finale, il fronte impreziosito dai mosaici e dal rosone di Andrea Orcagna, le cappelle. Veri capolavori d’arte religiosa.

E sono proprio le cappelle, ad essere imperdibili. Innanzitutto la Cappella del Corporale, dove il corporale è quello del Miracolo di Bolsena, un evento fondamentale per la chiesa cattolica, che vide un’ostia perdere del sangue. Il Duomo fu costruito proprio per ospitare il corporale, che oggi trova posto – insieme all’ostia – in un reliquiario d’oro, argento e smalto, d’epoca medievale.

C’è poi la Cappella di San Brizio, importantissima testimonianza del Rinascimento italiano e affrescata da Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e da Luca Signorelli. A tema Giudizio Universale, ospita scene straordinarie che incantano il visitatore.

Il pozzo di San Patrizio

Capolavoro dell’ingegneria costruito nel 1527 per volere di papa Clemente VII da Giuliano da Sangallo il Giovane, il pozzo di San Patrizio aveva un obiettivo: assicurare ad Orvieto la disponibilità d’acqua per tutto l’anno. E in effetti, questo pozzo scavato nel tufo, raggiunge l’acqua nascosta sotto la rupe su cui il borgo è costruito.

Profondo 62 metri e con 72 finestre, si caratterizza per le due scale elicoidali gemelle: una per la discesa, una per la risalita. Grazie ad esse, e grazie alla possibilità di far scendere nel pozzo i muli da soma, le operazioni di carico dell’acqua erano molto più semplici. Oggi, il pozzo di San Patrizio può essere visitato. Basta aver voglia di scegliere, e poi di risalire, i suoi 258 gradini.

Underground: la città sotterranea

Ma Orvieto non è bella solo in superficie: nella sua rupe si nasconde un complesso labirinto scavato nel corso di 2500 anni e composto da oltre 1200 grotte, cunicoli, pozzi e cisterne, venute alla luce per caso dopo una frana. Oggi, grazie al progetto di Orvieto Underground, quel labirinto può essere visitato. Ed è un’esperienza davvero indimenticabile.

La visita guidata, prenotabile online, si snoda lungo un agevole percorso che attraversa strutture ipogee rimaste intatte. Laddove il sentiero corre parallelo alla rupe, panoramiche aperture fanno filtrare la luce. E tutto s’accende di leggenda.

 

Fonte: SiViaggia.it

Il Duomo con il suo miracolo, le testimonianze etrusche, la città sotterranea: Orvieto è uno dei luoghi più magici d’ItaliaPiccolo borgo dell’Umbria, abbarbicato su di una rupe di tufo, Orvieto ha una storia antica. Ed è un vero e proprio gioiello dell’architettura etrusca, ricco di testimonianze, d’architetture civili e religiose e di angoli da esplorare.

Famosa soprattutto per il Duomo dalla facciata a mosaico, Orvieto offre in realtà tutta una serie di itinerari storico-artistici. Ecco cosa vedere e cosa fare in occasione di una visita in questo splendido borgo.

Gli Etruschi a Orvieto

A ridosso di Orvieto, numerosi sono i siti d’epoca etrusca e i luoghi di sepoltura che negli anni sono stati scoperti.  Tra i principali siti, meritano una visita la Necropoli di Crocifisso del Tufo – costruita secondo uno schema di vie ortogonali che ricalca i modelli urbanistici dell’epoca – e i vari musei che ospitano testimonianze provenienti dalle vicine necropoli etrusche.

Il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto e il Museo della Fondazione Claudio Faina ospitano ceramiche a figure rosse, armature da parate composte di elmo, corazza, schinieri e scudo, e tutta una serie di oggetti da corredi funerari, sia di importazione che di produzione locale: spille, monili, pugnali in metallo, vasellame di bucchero.Infine, in piazza della Repubblica, è possibile visitare i sotterranei della chiesa di Sant’Andrea.

Il duomo di Orvieto

Simbolo di Orvieto, e capolavoro dell’arte gotica italiana, il Duomo cittadino è molto più che una chiesa. Il suo Sacro Corporale ospita moltissime opere d’arte, e la sua armonia è incredibile se si pensa che – qui – hanno lavorato per oltre tre secoli più di venti artisti.

Iniziato nel 1290 per offrire al Corporale del Miracolo di Bolsena un posto dove essere venerato, il Duomo fu costruito fino alla seconda metà del Millecinquecento. Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani e Andrea Orcagna si alternarono, e l’effetto è straordinario: i bassorilievi con Storie del Vecchio e Nuovo Testamento e del Giudizio Finale, il fronte impreziosito dai mosaici e dal rosone di Andrea Orcagna, le cappelle. Veri capolavori d’arte religiosa.

E sono proprio le cappelle, ad essere imperdibili. Innanzitutto la Cappella del Corporale, dove il corporale è quello del Miracolo di Bolsena, un evento fondamentale per la chiesa cattolica, che vide un’ostia perdere del sangue. Il Duomo fu costruito proprio per ospitare il corporale, che oggi trova posto – insieme all’ostia – in un reliquiario d’oro, argento e smalto, d’epoca medievale.

C’è poi la Cappella di San Brizio, importantissima testimonianza del Rinascimento italiano e affrescata da Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e da Luca Signorelli. A tema Giudizio Universale, ospita scene straordinarie che incantano il visitatore.

Il pozzo di San Patrizio

Capolavoro dell’ingegneria costruito nel 1527 per volere di papa Clemente VII da Giuliano da Sangallo il Giovane, il pozzo di San Patrizio aveva un obiettivo: assicurare ad Orvieto la disponibilità d’acqua per tutto l’anno. E in effetti, questo pozzo scavato nel tufo, raggiunge l’acqua nascosta sotto la rupe su cui il borgo è costruito.

Profondo 62 metri e con 72 finestre, si caratterizza per le due scale elicoidali gemelle: una per la discesa, una per la risalita. Grazie ad esse, e grazie alla possibilità di far scendere nel pozzo i muli da soma, le operazioni di carico dell’acqua erano molto più semplici. Oggi, il pozzo di San Patrizio può essere visitato. Basta aver voglia di scegliere, e poi di risalire, i suoi 258 gradini.

Underground: la città sotterranea

Ma Orvieto non è bella solo in superficie: nella sua rupe si nasconde un complesso labirinto scavato nel corso di 2500 anni e composto da oltre 1200 grotte, cunicoli, pozzi e cisterne, venute alla luce per caso dopo una frana. Oggi, grazie al progetto di Orvieto Underground, quel labirinto può essere visitato. Ed è un’esperienza davvero indimenticabile.

La visita guidata, prenotabile online, si snoda lungo un agevole percorso che attraversa strutture ipogee rimaste intatte. Laddove il sentiero corre parallelo alla rupe, panoramiche aperture fanno filtrare la luce. E tutto s’accende di leggenda.

 

Fonte: SiViaggia.it


Video









Cerca

Categorie

Archivio