Due uomini dell’antichità sono legati indissolubilmente a Saqqara e alla piramide a Gradoni:
il faraone Djoser e il geniale Imhotep

Architetto, gran sacerdote e consigliere del faraone, Imhotep si dedicò ad edificare l’intero sito di Saqqara, necropoli della prima capitale dell’Antico Regno, Memphis. Fino ad allora, le tombe monumentali erano caratterizzate da mastabe, costituite da un blocco squadrato utilizzato a protezione di una camera funeraria ipogea. Rispetto alle costruzioni precedenti, l’architetto introdusse l’utilizzo della pietra, che rappresentò un’importante evoluzione rispetto al legno e ai mattoni crudi.

La sua genialità si espresse con la piramide del faraone Djoser

Considerata la più antica piramide in muratura, risalente alla III Dinastia, più di 4600 anni fa, è posta sopra un pozzo profondo 28 metri, collegato alla camera sepolcrale e agli appartamenti reali. Le stanze, decorate con bassorilievi e stupende maioliche, prevalentemente turchesi, erano dotate del prezioso corredo necessario alla vita ultraterrena del faraone.

La piramide era circondata originariamente da uno spettacolare muro di cinta e collocata al centro di un ricco complesso funerario a cui si accede, ancora oggi, da un ingresso impreziosito da 40 colonne scanalate. Inizialmente Imohtep sovrappose quattro mastabe e, per dare maggior risalto al monumento, ne aggiunse altre due rivestendole tutte con lastre in calcare bianco. Una scala simbolica per consentire l’ascesa del defunto alle divinità in cielo, a garantirne l’immortalità.

Il risultato è ancora davanti agli occhi di tutti:
una straordinaria piramide a Gradoni alta 60 metri!

Fonte: foto di Alessandra Fiorillo