Tre chiavi per capire Cordova
Per arrivare al cuore di Cordova, adesso però solo con la mente, questi sono i tre elementi che devi conoscere

IL SUO PASSATO

Questa città millenaria, è una testimonianza vivente delle culture che vi si sono insediate. Cordova si vanta di essere l’unica città al mondo che conta su 4 dichiarazioni UNESCO: La Moschea, il centro storico, il sito archeologico di Medina Azahara e i suoi Patios.

UN LUOGO D’INCONTRO

Questa città è un luogo di incontro tra passato e presente, poiché è riuscita ad adattarsi ai tempi moderni per offrire infrastrutture e servizi completi, un’ampia gamma di hotel e comunicazioni.

CULTURE MISTE

Cordova riflette chiaramente il ruolo guida delle potenti civiltà che l’hanno popolata. Romani, musulmani, ebrei e cristiani hanno lasciato un segno profondo nel patrimonio, nella cultura, nei costumi e nelle tradizioni di questa città millenaria.

Cosa vedere?

Cordova è una città con un enorme patrimonio culturale e monumentale, un’eredità delle diverse civiltà che l’hanno popolata. Così, nel 1994 l’UNESCO ha riconosciuto l’importanza unica del suo patrimonio storico, estendendo il titolo di Patrimonio dell’Umanità non solo alla Moschea, la Cattedrale (1984), ma anche all’area urbana circostante. Poi, sono stati aggiunti la Medina Azahara e i suoi Patios. Attualmente, Cordova si tratta dell’unica città al mondo con 4 beni iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Ci sono vestigia che testimoniano lo splendore di Cordova in certi periodi storici: il Ponte Romano sul Guadalquivir, i mosaici dell’Alcazar o le colonne del Tempio di Claudio Marcelo (I secolo). Al periodo islamico (s.VIII – s.XIII) corrisponde la Grande Moschea. Il quartiere ebraico, che ancora conserva la Sinagoga, è una testimonianza della cultura ebraica presente in città. Due edifici chiave risalgono al Medioevo: l’Alcázar de los Reyes Cristianos e la Calahorra, che permetteva l’accesso alla città. Oggi ospita un museo che offre diversi esempi della coesistenza delle culture ebraica, cristiana e musulmana nella Cordova medievale. E dall’età moderna possiamo evidenziare l’aggiunta rinascimentale alla moschea, che ha significato il ripristino di quest’ultima nel suo ruolo di cattedrale cristiana.

La Moschea di Cordova è un esempio eccezionale di architettura religiosa islamica, la testimonianza più rilevante del Califfato di Cordoba durante il quale questa città, che si dice abbia ospitato più di 300 moschee e innumerevoli palazzi, è arrivata a rivaleggiare con città di splendore come Costantinopoli e Baghdad. Le sue dimensioni e la sua maestosa altezza interna, mai eguagliata, ne fanno un’opera d’arte unica, che ha avuto un ruolo fondamentale nel l’emergere dello stile neo-islamico nel XIX secolo.

Cosa mangiare?

Esistono pochi piaceri che superano la soddisfazione ottenuta dopo un buon pasto, e questo è qualcosa di facile da ottenere in qualsiasi bar, ristorante o taverna di Cordova. Tanto che si potrebbe dire che la città di Cordoba è oggi la capitale gastronomica dell’Andalusia, poiché la sua lunga tradizione culinaria, in cui è possibile seguire la tradizione romana, musulmana ed ebraica, è integrata dall’inserimento di criteri innovativi nella cucina creativa e d’autore.

La cucina cordobesa riflette nei suoi piatti, in termini di ingredienti e metodi di preparazione, le tradizioni e i sapori di tutti i popoli che hanno vissuto insieme in questa terra.

Ai Romani si deve la devozione per l’olio d’oliva, base della dieta mediterranea, e che nei confini provinciali trovavano due denominazioni d’origine, quelle di Baena e Priego de Cordoba; l’influenza araba si nota nel gusto per la mescolanza di sapori agrodolci e l’uso di verdure e noci, soprattutto nella pasticceria, dove troviamo anche l’eredità ebraica. I cristiani incorporano la carne alla tavola “cordobesa”, così come i modi di elaborarla, e oggi, in qualsiasi stabilimento della capitale, si può gustare il rinomato prosciutto iberico prodotto a Los Pedroches e che ha la Denominazione di Origine.

Oltre ai buoni oli e alle ottime carni, il ricettario “cordobes” si nutre di altri piatti tipici come salmorejo, ormai famoso in tutto il mondo, flamenquín o rabo de toro (simile alla coda italiana).

Cosa fare?

Cordova cambia volto ad ogni stagione dell’anno. Riceve l’anno vestito di luci, con le strade illuminate e i patii addobbati con dei fiori invernali. Con la primavera e l’estate arriva il sole e il bel tempo, e tutto si riempie di colori.  sono le stagioni ideali per godersi la vita notturna cordobesa e le sue lunghe giornate (quasi due ore di luce solare in più che in Italia), quasi sempre soleggiate. Così, durante i mesi di giugno, luglio e agosto, nei diversi quartieri della città si svolgono numerose feste e fiere popolari, dove si può godere del flamenco, vino di Montilla-Moriles, Denominazione Origine in provincia, e deliziose tapas.

Da luglio a settembre si svolge anche un vasto programma di intrattenimento culturale notturno, con la presenza di artisti di flamenco, danza contemporanea, musica classica, teatro, jazz… che copre tutti gli stili e le forme di interpretazione. Si crea così un unico spettacolo, che è la città storica stessa, che partecipa all’incontro delle culture.

In primavera la città si propone più bella che mai per contemplare tutte le sue bellezze. È la stagione delle feste per eccellenza, dalle processioni di Pasqua, a tutte le tue celebrazioni più rappresentative durante il mese di maggio, che cominciano con las cruces de mayo, Croci fatte con i fiori che si possono visitare nelle piazze e piazzette del centro storico, e finiscono con la Feria, la festa più amata dai locali. Ma la festa che da colore e segna d’identità al mese sono i Patios.Durante due settimane cortili e balconi, colmi di fiori, si sfidano per conoscere il più bello di ogni anno. I Patios de Cordova sono stati ormai riconosciuti come Patrimonio Mondiale dall’UNESCO.

In autunno, Cordova si copre di toni ocra per ricevere ai suoi visitatori..Il giorno di San Rafael, che fa di le volte di patrone della città, i cittadini si riuniscono per cucinare i mangiare insieme il tipico Perol Cordobes, piatto a base di riso cucinato con dei prodotti locali.

Addirittura, a inizio anno, il Festival kalendas ricupera il passato romano con diversi incontri, eventi e spettacoli che girano attorno il passato romano in questa città.

Cosa comprare?

Cordova deve il suo prestigio come centro artigianale alla lavorazione del cuoio e dell’argento. Così, da tempo immemorabile, gli argentieri di Cordova godono di una discreta reputazione per la loro qualità artistica. Oggi a questi si è aggiunta una nuova gioielleria, sperimentando il design, i metalli e le tecniche, facendo di Cordoba uno dei principali produttori europei.

Anche il cuoio, un commercio emblematico che risale agli arabi, continua ad essere lavorato con le tecniche tradizionali che da sempre si svolgono in città.

Il Zoco municipale, con ingresso di fronte alla Sinagoga, in Calle Judíos, è il luogo giusto per acquistare alcuni di questi oggetti e per osservare il lavoro degli artigiani. Per i buongustai, non tornare a casa da Cordova senza una bottiglia del suo vino dolce Pedro Ximenez, aceto di Montilla-Moriles o salumi e iberici e formaggi del Valle de los Pedroches.

Fonte: Turespaña – Ufficio Spagnolo del Turismo, Roma