Non lontano da Dublino sorge uno dei luoghi più misteriosi d’Irlanda, così particolare da essere ancora oggi un enigma per quanti cercano di decifrarlo: Newgrange. Questo sito è una grande tomba a corridoio parte di una più complessa necropoli neolitica, oggi Patrimonio dell’Umanità, conosciuta col nome di Brú na Bóinne: la sua nascita avvenne ben 600 anni prima di quella delle piramidi egiziane e 1000 rispetto a Stonehenge e ancora oggi non è chiaro il motivo per cui fu realizzato. L’ipotesi più probabile è che questa fosse un’area di sepoltura: eppure si ha il dubbio che sia solo una parte di un qualcosa di maggiormente articolato, perché studi effettuati nel secolo scorso hanno aperto nuovi affascinanti interrogativi.

Come si presenta

Chi si aspetta un qualcosa di imponente rimarrà deluso: il tumulo, infatti, è alto poco più di 10 metri, con un diametro di circa 80 e la parte superiore ricoperta da un manto verde. Un po’ anonimo, ma non bisogna lasciarsi influenzare dalla prima impressione, perché già avvicinandosi si avvertono arcane energie vibrare nell’aria. Newgrange, nelle cui vicinanze ci sono 12 rocce verticali, forse resti di un più ampio cerchio di menhir. È composto da un muro di pietre di quarzo bianche e nere e da un ulteriore cerchio perimetrale di 97 massi: uno di questi è posto di fronte all’ingresso della tomba, quasi a vigilare sul sito, ed è famoso per le incisioni a spirale. La piccola entrata conduce in un ambiente tenebroso e un po’ claustrofobico: uno stretto passaggio di 19 metri porta a una camera centrale a forma di croce, che ospita tre nicchie, ognuna delle quali contiene una vasca in pietra dove si conservavano i resti dei defunti.

Atmosfere suggestive

Ci si sente un po’ come degli intrusi che, rompendo la sacralità, sono stati catapultati in un mondo fuori dall’ordinario fermo a millenni fa. Avvolto dal buio fitto e da un silenzio irreale: non è un semplice sepolcro, ma un vero scrigno di antiche memorie fatto da monoliti incisi che sembrano esser pronti a svelare ogni segreto. Il sito fu scoperto dall’archeologo O’Kelly il 21 dicembre 1967: data significativa in quanto ricorrenza del solstizio d’inverno, evento da sempre intriso di significati mistici per le popolazioni di ogni epoca. È il giorno più breve dell’anno ma, paradossalmente, per Newgrange è il momento del trionfo della luce: le tenebre che, infatti, ne avvolgono l’interno indietreggiano fino a scomparire dinnanzi all’espandersi dei raggi solari, grazie al perfetto allineamento della porta di ingresso rispetto al sole. Così, l’inquietudine dovuta al buio svanisce perché tutto riprende vitalità, quasi come fosse un corpo che si desta da un lungo sonno, ricaricato da misteriose energie che divampano ovunque.

Nuovi interrogativi

Lo spettacolo, però, dura pochi minuti prima che l’ambiente torni a essere avvolto dal buio fino al successivo solstizio. Tutto questo apre le porte a nuove considerazioni: forse il tumulo non serviva solo come tomba, ma era usato anche come calendario o luogo per rituali per celebrare i confini tra vita e morte? Se nell’oscurità erano deposti per il riposo eterno i corpi, la luce era la guida per le anime verso il mondo spirituale? Il tempo passa, i misteri restano: è questo il fascino dell’Irlanda.

Fonte: latitudeslife.com