Un Resort dove ti rilasserai veramente e troverai l’equilibrio con te stesso, l’oceano
e tutto ciò che lo circonda.

Etu Moana è uno dei principali resort delle Isole Cook ad Aitutaki. Immerso dolcemente nel paesaggio circostante, è situato direttamente su una spiaggia di sabbia bianca. Qui, la natura riesce ancora ad essere se stessa. Circondato dalla laguna turchese che calma il rumore della tua mente e ispira la tua immaginazione.

E quando la sera si avvicina, tramonti spettacolari
creano momenti da togliere il fiato.

Dieci ville di lusso in stile polinesiano sono posizionate con cura su una bella proprietà ricca di giardini tropicali che garantiscono una vista spettacolare sull’incantevole laguna e la privacy è massimizzata. Cosa si può desiderare di più della tua villa privata con tetto di paglia con tanto spazio per il comfort, la pace e l’ispirazione? Mentre percepirete i colori della laguna ascoltando le onde che si infrangono sulla scogliera, sorgerà una sensazione di profonda felicità. Avrai tempo per te stesso!

Dalla spaziosa veranda di ogni villa si gode di una magnifica vista. Eppure ogni visione è diversa con i colori della laguna, le stagioni e diversi giardini tropicali in continua evoluzione. Così, ogni villa ha il suo ambiente romantico. Una gemma nascosta per tutti e in particolare per i viaggi di nozze.

L’Etu Moana Resort si impegna ogni giorno al meglio per rispettare la preziosità di questa natura e il desiderio dei loro ospiti. Questo legame crea una forte responsabilità nel preservare l’inestimabile bellezza della natura, le necessità della popolazione e i desideri degli ospiti. Essendo un resort sostenibile, sono consapevoli dei possibili effetti negativi che il resort potrebbe avere sull’ambiente e sulla comunità e si impegnano a ridurre al minimo l’impatto ambientale attraverso una gestione appropriata.

Etu Moana è uno dei pochissimi resort di Aitutaki che utilizza le palme da cocco naturali “Nikau” per le coperture delle ville con i tipici tetti naturali polinesiani. I materiali per esterni e interni provengono principalmente da risorse rinnovabili. Anche tutte le uniformi così come i cuscini e copriletti sono fatti a mano ad Aitutaki. Lo staff è la chiave del successo di Etu Moana. È la loro autentica dedizione e orgoglio a formare il cuore e l’anima di Etu Moana. Lo si percepisce in tutto il resort.  

Il confine tra la natura e la villa è appena percettibile. Tutto è incentrato sulla natura, sull’equilibrio e sulla serenità personale. Vivi l’atmosfera intima, tranquilla e rilassante di Etu Moana. E goditi il tuo spazio privato creato dalla semplicità della vita su Aitutaki.

Fonte: Etu Moana Resort

Ecco l’iniziativa di due giovani dello staff Costa: “Lavorare in crociera? Faticoso, ma esperienza unica”


Ponente. In giro per il mondo lavorando a bordo della Costa Luminosa, che salperà il prossimo 5 gennaio 2019, questa volta con una mission particolare: “Vogliamo portare la nostra amata regione in giro per il mondo con noi e abbiamo comprato una bandiera della Liguria per scattare una foto in ogni luogo del nostro itinerario” raccontano Joshua, 30enne pietrese, e Monica, 27 anni, sua collega di Albenga, pronta anche lei a partire per la prima volta nella lunga e affascinante crociera. Lui lavora per Costa Crociere da due anni mezzo, lei già da tre anni.

Il Giro del mondo organizzato da Costa Crociere durerà 106 giorni e accompagnerà gli ospiti in 3 oceani con la visita a 41 destinazioni. Certo il sogno di tanti viaggiatori, ma occasione anche per quanto lavorano nel settore e con Costa Crociere: “E’ senz’altro faticoso, a volte si lavora 10-11 ore e mentalmente è difficile staccare dal lavoro in quanto comunque rimani quasi sempre a bordo, tuttavia rimane una esperienza lavorativa unica che ti consente di vedere tantissimi posti con un solo itinerario” raccontano i due giovani, pronti a salire a bordo tra il personale dell’azienda crocieristica.

“Per noi rappresenta una scelta di vita oltre che lavorativa, sicuramente diversa rispetto a lavori diciamo ordinari. Da un lato quando viviamo in nave e durante il viaggia ci sembra di vivere una vita parallela rispetto ai nostri amici, ma dall’altro quando rientriamo sentiamo di aver acquisito quel valore aggiunto di esperienza di vita che altri nostri coetanei non possono avere” spiegano i due giovani.

“In nave le giornate sono molto lunghe e frenetiche, i momenti di riposo e relax ci sono ma sono rari e devi saperteli godere appieno. E’ dura, non stacchi quasi mai, ma l’esperienza vissuta di posti e luoghi nuovi vale ogni fatica”.

“Consigliamo il lavoro in nave? Sicuramente sì, meglio iniziare da giovane quando si hanno più energie, magari tra i 20 e 25 anni…”.

“Personalmente ho passato cinque anni in attesa di una chiamata di Costa Crociere, credo di aver mandato una ventina di curriculum, alla fine mi è andata bene e sono davvero contento” conclude Joshua.

Ora dal 5 gennaio prossimo i due sono pronti per la loro impresa, pronti a portare in giro per il Mondo l’immagine della Liguria: uno scatto per ogni tappa della crociera.

Fonte: IVG.it




Purezza, unicità e tranquillità caratterizzano il secondo più grande atollo della Polinesia Francese, Fakarava.
Il nome dell’isola significa, non a caso, “bellissima”, “che rende le cose splendide” e rappresenta le incredibili bellezze dei piccoli isolotti che circondano la laguna e della ricchezza dei suoi fondali.
Proprio l’unicità delle specie endemiche protette che fanno parte della fauna e della flora sottomarina (e non solo) hanno valso all’isola la qualifica di biosfera riserva dell’UNESCO. 



Le due passes sono spot imperdibili per gli amanti delle immersioni, che qui hanno modo di osservare le diverse specie di pesci, squali e coralli che ne popolano le acque cristalline ed i ricchi fondali.

I colori della splendida laguna di Fakarava sono così intensi da aver ispirato il famoso pittore francese Henri Matisse, che fu profondamente colpito dalla varietà e dalle sfumature di blu della laguna. 



Sull’isola non ci sono grandi catene alberghiere, ma solo piccole strutture e guesthouse che regalano un’esperienza del tutto genuina ed un diretto contatto con la piccola comunità locale.

Fonte: TahitiTourisme.it

Presto un nuovo regolamento per gli ingressi turistici ai vulcani Misti e Chachani, ad Arequipa

Servizio Nazionale dell’Area Naturale Protetta dallo Stato (Sernanp) ha annunciato che dal primo trimestre 2019 saranno regolati gli accessi ai vulcani Misti e Chachani, con l’obiettivo di conservare la flora e la fauna di questa zona, ma soprattutto con lo scopo di proteggere l’integrità fisica delle persone che decidono di risalire i dintorni di questi vulcani, spesso senza controllo e senza richiedere l’ausilio di un’agenzia specializzata.
L’affluenza di persone che ascendono ai vulcani nei pressi di Arequipa rappresenta un pericolo anche per la flora e la fauna dei massicci, lasciando tracce del loro passaggio lungo il tragitto e alterando l’habitat naturale. Trattandosi di una situazione frequente, il Sernanp ha elaborato uno studio sull’impatto provocato dalla presenza umana sulla flora e la fauna del Misti e del Chachani, al fine di applicare misure preventive per la sua conservazione. Il Sernanp ha inoltre recentemente incontrato 11 agenzie turistiche che offrono servizi di risalita al Misti affinché utilizzino esclusivamente i sentieri esistenti e prestino particolare attenzione allo smaltimento di residui solidi. Sono circa un centinaio le persone che mensilmente risalgono il Misti, numero che rende necessarie regole ben precise, al fine di proteggere la flora e la fauna dei dintorni.

 

Fonte: Promperù Italia

Rio de Janeiro, Brasile

L’albero di Natale galleggiante alto 279 piedi nella laguna Rodrigo de Freitas a Rio de Janeiro, in Brasile, è stato circondato da fuochi d’artificio durante la sua inaugurazione il 29 novembre 2014. Ma anche senza i fuochi d’artificio, è un’attrattiva. Mentre il Brasile potrebbe non avere un bianco Natale, non impedisce loro di avere forse l’albero di Natale più incredibile di tutti. Costruito su una chiatta ancorata nella laguna Rodrigo de Freitas, l’albero vanta oltre 3,3 milioni di luci.

Rockefeller Plaza, New York, Stati Uniti

30 Il Rockefeller Plaza di Manhattan è la sede dell’emittente statunitense NBC e ospita uno degli alberi di Natale più famosi al mondo. Un albero è stato messo lì ogni anno dal 1933, ed è solitamente un abete rosso della Norvegia. Le 45.000 luci individuali vengono accese ogni anno in una cerimonia ufficiale, solitamente accompagnata da un concerto dal vivo.

Trafalgar Square, Londra, Regno Unito

Il Natale può essere un momento di gratitudine, e questo ha portato all’albero di Natale nella Trafalgar Square di Londra. L’albero è stato un regalo annuale del popolo norvegese dal 1947, in ringraziamento per l’aiuto dell’Inghilterra durante la seconda guerra mondiale. La maggior parte degli alberi selezionati per Londra ha più di 60 anni, il che significa che fino a qualche anno fa gli alberi crescevano effettivamente durante la guerra.

Galeries Lafayette, Parigi, Francia

Sembrerebbe che i francesi preferiscano i loro alberi di Natale più tradizionali, come quello di quattro piani posto all’interno del lussuoso Galeries Lafayette Department Store. Tuttavia, nel 2014, l’artista americano Paul McCarthy è stato responsabile della massiccia installazione gonfiabile di “Christmas tree” nel centro di Parigi, che è stata criticata per la sua forte somiglianza con un sex toy, e successivamente è stata distrutta dai vandali.

Porta di Brandeburgo, Berlino, Germania

C’è una bella giustapposizione con la collocazione dell’albero di Natale annuale alla Porta di Brandeburgo di Berlino. L’albero di Natale è un simbolo universale di benevolenza verso tutti gli uomini (e, naturalmente, tutte le donne), mentre la Porta di Brandeburgo era un tempo la cornice delle cerimonie naziste.

Piazza San Pietro, Città del Vaticano

Il Natale è un tempo sacro per molte persone, e quindi è giusto che il Papa possa guardare fuori dalla sua finestra e vedere questa bellezza di 82 piedi, che è un regalo dello stato tedesco della Baviera.

Fonte: lifehack.org



Mare caraibico, sole tutto l’anno, spiagge lunghe e bianche ma anche una costa selvaggia da esplorare a cavallo. Ecco Aruba!

È nel Mar dei Caraibi ma dista solo poche miglia dalle coste del Venezuela, il suo re è il sovrano olandese, perché dopo aver annunciato la sua indipendenza dalle Antille Olandesi, ha scelto di fare retromarcia e ri-dichiarare la sua appartenenza al Regno. Aruba è piccola (180 chilometri quadrati di terra, meno della nostra isola d’Elba), diversa da tutte, risultato di un miscuglio storico che non poteva che produrre un’eccezionalità. Nonostante la discendenza dagli Arawak – le popolazioni indigene delle foreste pluviali del Sudamerica – sia ancora presente, i circa 100mila abitanti dell’isola vantano avi di oltre novanta diverse nazionalità e parlano – insieme al papiamento, il creolo locale – anche olandese, inglese e spagnolo. Quasi impossibile, quindi, non riuscire a farsi capire, e anche se capitasse gli Arubani troveranno il modo di comunicare con voi, magari offrendovi un sorso di balashi, l’amatissima birra locale.

Gli abitanti dell’isola sono uno dei motivi che rendono Aruba speciale: sorridenti come suggerisce il mood caraibico, coinvolgenti come ha loro insegnato la tradizione sudamericana, sembrano aver perfino accolto nella loro quotidianità l’efficienza tipica della madre patria nordeuropea.

Aruba è una delle isole caribiche con la più bassa percentuale di povertà e disoccupazione. Grazie al suo animo, alla sua geografia di spiagge bianchissime e di mare azzurro, e al suo clima, sempre soleggiato, sempre a 27 C°, con il mare sempre a temperatura «vasca da bagno» (e senza stagione degli uragani) ha puntato tutto sul turismo, senza farsi fagocitare. Ad Aruba non si viene solo per le spiagge e i resort, ma per vedere i murales di San Nicholas, per il Carnevale, uno dei più importanti dei Caraibi, per un pranzo con i flamingos, oppure per andare a esplorare la selvaggia costa Nord dove nessun resort è stato costruito e regna ancora la natura incontaminata. La protegge il parco Arikok National Park, da attraversaremagari in una gita a cavallo (informazioni nella gallery sopra) con tappa – consigliata – al «giardino dei desideri», una scogliera a cui consegnare i propri desideri

Fonte: Vanity Fair

ROMA: I CONCERTI DI CAPODANNO!

24 Dic 2018 In: italia

ROME NEW YEAR’S DAY PARADE

I CONCERTI



Martedì 2 gennaio 2019
ROMA, Italy

Ore 18
Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Sala della Guerra
Viale delle Belle Arti, 131, 00197 Roma 
Shawnee Mission East High School Wind Ensemble
Shawnee Mission East High School Jazz Band


Ore 20
Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini
Via Acciaioli, 2, 00186 Roma
Lambert High School Chamber Orchestra 
Lambert High School Chorus
Schurr High School Spartan Legion

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI


Dopo la festa musicale della Rome Parade nelle piazze e vie del Tridente romano il pomeriggio del primo dell’anno, come tradizione, il festival organizzato a Roma per le festività di Capodanno continua con i concerti tenuti da alcune formazioni musicali composte dagli studenti delle high school americane più prestigiose. Martedì 2 gennaio, quindi, doppio appuntamento col repertorio corale, cameristico e sinfonico in due cornici culturali e sacre ad hoc della Capitale.
Si comincia alle ore 18 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Sala della Guerra) con la Shawnee Mission East High School proveniente da Prairie Village, Kansas, (area metropolitana di Kansas City), che si esibirà prima con l’organico Wind Ensemble, composto di ragazzi che vanno dai 14 ai 18 anni  che proporranno il loro tradizionale programma di festeggiamenti tradizionali e americani, e, a seguire, con la formazione Jazz Band della scuola, che interpreterà  musica scritta da Count Basie, Bennie Moten, Charlie Parker e molti altri. 
La staffetta passa alle 20 al centro storico che vedrà la Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini ospitare tre differenti formazioni: le prime due attinenti alla Lambert High School, originaria della contea di Forsyth, in Georgia, che si esibirà prima in versione cameristica e, in seguito, corale; la terza appartenente alla Schurr High School, direttamente dalla California del Sud, con l’organico “Spartan Legion”.
Obiettivo della Destination Events, che da anni porta nella Capitale formazioni internazionali in eventi unici out e indoor e che da un ventennio organizza l’omonima parata musicale di Capodanno a Londra, è quello di vivere e far vivere un’esperienza collegata alla condivisione culturale di mondi lontani, nella quale i giovani e le famiglie interagiscano attraverso la musica, in repertori internazionali diversificati, all’interno di una cornice artistica unica al mondo quale la Città eterna rappresenta. 
 
L’ingresso ai concerti è libero a tutti fino ad esaurimento posti.

IL PROGRAMMA

Galleria Nazionale d’Arte Moderna – Ore 18
Shawnee Mission East High School Wind Ensemble, Kansas, USA
Direzione: Alex Toepfer
Christmas Festival, di Leroy Anderson
Shenandoah, di Frank Ticheli
Sleigh Ride, di Leroy Anderson

A seguire…
Shawnee Mission East High School Jazz Band, Kansas, USA
Direzione: Alex Toepfer
The Queen Bee, di Sammy Nestico
The Nutcracker Suite: Ouverture, di P.I. Tchaikovsky
arrangiamenti: Duke Ellington
Don’t Get Around Much Anymore, di Duke Ellington
arrangiamenti: Mark Taylor
Big Noise, from Winnetka di Bob Haggart, Ray Bauduc
arrangiamenti: Paul Lavender

Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini – Ore 20
Lambert High School Chorus & Chamber Orchestra, Georgia, USA
Direzione: Ryan Wason e Julie Rosseter
Sing Dem Herrn, di Michael Praetorius,
arrangiamenti: Patrick Liebergen, coro
And the Glory of the Lord from The Messiah, di G.F. Handel, orchestra
In the Bleak Mid-winter, di Gustav Holst
arrangiamenti: Elizabeth Alvarez, orchestra
Solista: Anna Kate Sweeney, oboe
Ryan Wason: baritono
Veni, Veni Emmanuel, di Michael John Trotta, coro
Gabriel’s Oboe, di Ennio Morricone, orchestra
Dominus Vobiscum, di Jacob Narverud
Wachet Auf, di J.S. Bach, orchestra
In dulci jubilo, di Matthew Culloton, coro
Passacaile, di G.F. Handel, orchestra
Christmas Canon, di Pachabel,
arrangiamenti: Michael Green, orchestra
A seguire:
Schurr High School Spartan Legion, California, USA
Direzione: Antonio Castro
O Magnum Mysterium, di Morten Lauridsen,
arrangiamenti: H. Robert Reynolds
On a Hymnsong of Philip Bliss, di David Holsinger
Ave Maria, di Franz Biebl
arrangiamenti: Robert Cameron

Fonte: Elisabetta Castiglioni – Roma

Nella primavera del 2019, il Museum of Fine Arts di Houston esplora la figura dell’artista olandese attraverso dei rari prestiti dai musei Van Gogh di Amsterdam e Kröller-Müller di Otterlo.

Nel marzo 2019, il Museum of Fine Arts di Houston propone una grande mostra su Vincent van Gogh (Zundert, 1853 – Auvers-sur-Oise, 1890) che racconta il suo percorso per diventare un artista, attraverso passaggi chiave della sua opera: dai primi schizzi agli ultimi quadri. Il tutto grazie a dipinti e disegni di diverse epoche raramente dati in prestito. “Questa mostra offrirà ai visitatori un vivido ritratto dell’evoluzione di van Gogh come artista”, ha commentato il direttore del MFAH Gary Tinterow. “Siamo grati ai musei Van Gogh e Kröller-Müller per aver prestato così tanti capolavori raramente usciti dalle loro collezioni per questa presentazione esclusiva qui a Houston.

La mostra presenta, così, oltre 50 ritratti, paesaggi e nature morte, esplorando i primi anni di Vincent van Gogh come artista nel villaggio olandese di Nuenen dal 1883 al 1885; poi il periodo vissuto a Parigi; il suo ulteriore sviluppo ad Arles, dove ha creato una serie di paesaggi e di ritratti; e infine il tema della natura, riprodotta nei dipinti che ha creato verso la fine della sua vita a Saint-Rémy e Auvers. Il tutto accompagnato dai facsimili delle lettere di van Gogh a suo fratello Theo che costruiranno la narrazione della vita dell’artista.

Vincent van Gogh: His Life in Art
Dal 10 marzo al 27 giugno 2019
The Museum of Fine Arts, 1001 Bissonnet, Houston, Texas 77005

Fonte: Artribune – Claudia Giraud

Quando gli estoni si trovano nei negozi di alimentari non escono senza afferrare dal banco refrigerato un kohuke, una barretta di formaggio pressato rivestito in una glassa dolce. Nella sua forma classica, kohuke ricorda una barretta di cheesecake alla vaniglia ricoperta di cioccolato!

Debuttarono durante il regime sovietico, un tempo in cui erano particolarmente ambite. Negli anni ’50 scomparvero dagli scaffali. Ciò accadde non solo per la carenza di cibo, ma anche per la loro popolarità. Oggi i residenti del Baltico scelgono sapori come frutti di bosco, cioccolato, cocco, kiwi e persino pane – i fan dicono che quest’ultima ha un sapore più di biscotto.

I Kohuke ricoperti di cioccolato sono popolari anche in altre nazioni dell’Europa orientale. I negozi di alimentari vendono i dolcetti confezionati singolarmente, che li rendono ottimi anche come snack da asporto. Gli estoni li assumono anche come barrette energetiche.

Ricordati di cercare il kohuke tra i prodotti caseari, non nel corridoio dei dolciumi. Sfortunatamente sono difficili da trovare al di fuori degli Stati baltici.

Fonte: AtlasObscura

Se volete provare il tour in fuoristrada più avventuroso degli Emirati e farvi emozionare da incredibili scenari, tra cui le più grandi dune ad esclusione del Sahara, fate un salto ad Al Dhafra, la regione occidentale dell’Emirato.

Al Dhafra -“dove il deserto incontra il mare”- si estende su una superficie pari ai due terzi dell’Emirato di Abu Dhabi. Lungo i centinaia di chilometri di costa troverete spiagge e isole mozzafiato, mentre la miriade di antiche fortezze che sorge sullo sfondo dei bellissimi paesaggi vi racconteranno la storia della regione.

Il principale motivo per iniziare a esplorare questa vasta regione è il viaggio in macchina verso Liwa, storica oasi situata all’inizio del Rub Al Khali – Empty Quarter, il Quartiere vuoto, la più grande distesa di sabbia senza interruzioni al mondo. Liwa vi affascinerà con le enormi piane sabbiose del deserto e le sue alte dune. L’oasi sorge proprio all’inizio del celebre Rub Al Khali, detto anche Quartiere Vuoto, la porzione unica di deserto più estesa al mondo. E’ lo scenario sempre diverso di queste immense dune in continua trasformazione che, negli anni ’40 e ’50, ha reso famoso l’esploratore britannico Wilfred Thesiger e i suoi compagni provenienti dagli Emirati e dall’Oman.

Sebbene si trovi alle porte di uno dei deserti più grandi al mondo, Liwa ospita una vasta piantagione di palme da dattero che conta oltre 100.000 alberi. Quest’oasi di palme da dattero rientra fra i sempre più numerosi ecosistemi ufficialmente riconosciuti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) per la loro importanza, in quanto preziose miniere di risorse genetiche, biodiversità e patrimonio culturale.

L’oasi è stata definita un GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage System) e la FAO ha lodato l’impegno attivo degli EAU a favore della sua conservazione.

Simile a una fiaba da “mille e una notte”, lo splendido Qasr Al Sarab o Mirage Palace è una lussuosa oasi in pieno deserto. La struttura assomiglia a un’antica città fortezza arroccata sulla valle di dune rocciose ed è un resort cinque stelle che vi permetterà di provare tante attività da fare nel deserto: passeggiate in mezzo alle dune all’alba, giri a cammello, dune bashing, spettacoli di falconeria e barbecue sul fuoco.

Per godere al meglio dell’autentico patrimonio di Al Gharbia, partecipate a uno dei tanti eventi e festival che si svolgono durante l’anno: il Tel Moreeb Festival a gennaio; la scalata in cima delle dune per gli appassionati della guida nel deserto; il festival di Al Dhafrah, durante in quale si svolge la gara di bellezza per cammelli più ricca del mondo; l’Al Dhafra Watersports Festival ad aprile, un evento di 10 giorni dedicato agli sportivi di tutto il mondo in cerca di adrenalina pura per partecipare a competizioni di varie specialità, dalle gare di dragonboat, e kitesurf alle gare di dau e nuoto; il festival del dattero di Liwa a giugno, una vera e propria vetrina per questo buonissimo frutto del deserto.

 

Fonte: VisitAbuDhabi


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