Tutti sognano di andare nell’arcipelago vulcanico delle Hawaii per un viaggio all’insegna del relax in un vero e proprio paradiso terrestre. Le destinazioni più conosciute sono quelle di Oahu, Maui o la Big Island, proprio qui sorgono resort turistici lussuosi ed esclusivi.

Ma nello Stato c’è anche un’altra isola, meno conosciuta e frequentata rispetto alle altre, si chiama Niihau ed è l’isola proibita delle Hawaii. Le Hawaii nascondono un’isola proibita che è un vero incanto

Questa piccola isola, grande soltanto 28 km, ospita appena 70 residenti ed è sprovvista di strade asfaltate, impianti idraulici e mezzi di trasporto. Per attraversare il territorio, infatti, le persone del posto utilizzano la bicicletta o si muovono a piedi.

L’isola di Niihau è la patria della foca monaca, uno dei più belli esemplari in via di estinzione, si tratta infatti dell’animale più ricercato e minacciato al mondo. Questo è il territorio ideale per la protezione di questi animali dato che l’assenza di infrastrutture turistiche rende gli habitat naturali incontaminati.

Niihau è letteralmente fuori dai radar dei turisti non solo per le sue dimensioni, ma anche perché si tratta di un territorio privato. L’isola, in effetti, si tramanda da generazione in generazione da più di 150 anni.

Fu acquistata dal re Kamehameha IV nel 1864 per 10.000 dollari dalla vedova scozzese Elizabeth Sinclair. Attualmente l’isola è gestita da Bruce Robinson, pronipote di Sinclair, e la famiglia ha fatto del suo meglio per onorare la richiesta del re di salvaguardare sempre gli interessi degli abitanti e il territorio stesso.

Quando le altre isole dell’arcipelago hanno iniziato ad accogliere il turismo, l’isola di Niihau ha deciso di restare in disparte e mantenere la sua assoluta autenticità. Il Paese, separatosi dal resto delle Hawaii, ha mantenuto una sua cultura e uno stile di vita diverso dal resto dell’arcipelago.

I residenti locali parlano inglese e il dialetto Niihau e, su tutta l’isola, le tracce della tecnologia moderna sono davvero rare. Non avendo impianti di alcun tipo, tutto il territorio è alimentato esclusivamente da energia solare.

Nonostante ci siano molte restrizioni sull’isola, visitarla non è così impossibile. Non ci sono servizi di traghetto per raggiungerla ed entrare sull’isola è possibile solo a seguito di un invito personale da parte di un residente di Niihau o di un membro della famiglia Robinson.

L’alternativa è quella di affidarsi ad un tour guidato per raggiungere Niihau in elicottero e vivere così un’esperienza unica sull’isola proibita.

Fonte: siviaggia.it

L’ascesa di Skywalker conclude la saga. Ma queste location offrono la possibilità di entrare nell’universo di Star Wars

Poche saghe cinematografiche – fatta eccezione per James Bond – sono state girate in una varietà così ampia di location come Star Wars. È possibile immergersi nei luoghi dei nove film della saga che, dopo 42 anni, si chiude con l’episodio Star Wars: L’ascesa di Skywalker, uscito nei cinema italiani lo scorso 18 dicembre.

Come una sorta di Pantone planetario queste location sembrano tele dipinte con svariati colori, dall’arancio bruciato di un pianeta arido al bianco lucente di uno ghiacciato, ai gelidi interni di navicelle spaziali e dei covi dei villain, passando per mondi paludosi, boscosi e acquatici di ogni tipo. E nessuno di questi luoghi esiste davvero, nel senso che prima dell’avvento della tecnologia CGI, i produttori dovevano trovare dei validi sostituti sulla Terra.

I celebri robot di Star Wars C-3PO e R2-D2 si avvicinano al palazzo di Jabba the Hutt sul pianeta Tatooine, ne Il ritorno dello Jedi. In realtà questa scena fu girata nella Death Valley in California

Persino oggi che le tecnologie consentono di mostrare praticamente ogni cosa sullo schermo, le scenografie naturali sono ancora la base per creare ambienti fantastici: una specie di ancora del mondo reale che cattura gli spettatori, offrendo loro scenari nei quali possono immergersi.

E così, mentre nell’universo di Star Wars il nostro pianeta e la sua civilizzazione sono ubicati – parafrasando il famoso incipit “tanto tempo fa in una galassia lontana lontana”, molte di quelle location sono reminiscenze di paesaggi a volte esotici, a volte incredibilmente vicini.

Tunisia

Guerre stellari (1977) – La minaccia fantasma (1999)

Probabilmente è l’unica ambientazione di Star Wars che prende il nome dalla sua location terrestre (il nome del pianeta Tatooine si basa sul villaggio tunisino di Tataouine. I deserti del Paese nord-africano sono una parte importante dell’estetica brulla del primo film della saga, il cui sottotitolo era Una nuova speranza e del prequel La minaccia fantasma.

Alcune delle strutture create per il film si possono ancora vedere nella città portuale di Ajim e sull’isola di Djerba. La maggior parte di questi set commissionati da George Lucas oggi sono fatiscenti, lentamente inghiottiti dalla sabbia desertica – anche se molti sono stati tenuti in buone condizioni dalle persone locali, consapevoli del valore turistico di queste strutture. Purtroppo il settore turistico tunisino è stato duramente colpito dagli attentati del 2015 e dai disordini che seguirono, e molte destinazioni oggi ospitano solo una piccola parte di quelli che erano i visitatori di una volta. Alcune rimangono, come l’hotel Sisi El Driss, una tradizionale casa sotterranea berbera che era la casa d’infanzia di Luke Skywalker in Una nuova speranza.

A Nefta, nel Sahara tunisino, fu realizzato un intero set per il film originario della saga. Gli altri furono realizzati negli ultimi anni Novanta per la trilogia prequel. Molte di quelle strutture sono ancora lì, nonostante l’avanzata del deserto

Skellig Michael, Irlanda

Gli ultimi Jedi (2017)

Su queste due isole rocciose quasi 13 chilometri a sud-ovest dell’Irlanda ci sono ripidi pendii che raggiungono i 600 metri di altezza nel nord Atlantico. La più grande, Skellig Michael (Sceilg Mhichil in irlandese) è patrimonio mondiale UNESCO per la sua importanza come habitat per gli uccelli e anche per il suo solitario monastero. St Fionan, fondato tra il Sesto e l’Ottavo secolo, è uno dei primi di tutta l’Irlanda. Abitato da monaci che vivevano in case-alveare e pescavano per mangiare, questo monastero era isolato dall’isola madre, l’ideale per poter praticare il proprio credo senza il rischio di venire perseguitati. Ne Gli ultimi Jedi, l’isola e il suo monastero in rovina erano l’eremo di Luke Skywalker.

Una vista aerea di Skellig Michael, la più grande delle due frastagliate isole di arenaria e ardesia che si trovano nell’oceano Atlantico, sulla costa sud-occidentale dell’Irlanda

Hardangervidda, Norvegia

L’Impero colpisce ancora (1980)

Questa regione della Norvegia, che faceva da alter-ego ai deserti del pianeta ghiacciato Hoth, ha assicurato delle vere bufere di neve alla produzione che, in alcuni casi, bastava facesse un salto fuori dall’hotel nel villaggio di Finse per fare alcune riprese. La maggior parte delle scene più ampie sono state girate nel vicino ghiacciaio Hardangerjøkulen: sul quale vengono gestiti dei tour organizzati dall’hotel Finse 1222, la struttura che ha anche ospitato la troupe.

L’altopiano di Handargervidda, in Norvegia, è stato utilizzato per simulare il pianeta ghiacciato di Hoth. Le condizioni erano talmente autentiche che, per girare alcune brevi scene, alla troupe bastava mettere il naso fuori dal proprio hotel a Finse

Puzzlewood, Foresta di Dean

Il Risveglio della Forza (2015)

Il nebuloso paesaggio di Puzzlewood nella foresta di Dean fa parte di una scena famosa di uno dei più attesi film della serie, Il Risveglio della Forza. Questa antica foresta è ricca di curiosità: affioramenti rocciosi, rami contorti dagli anni e rivestiti di licheni, caverne e grandi radici. Si dice che prenda il nome dalle misteriose persone che abitano quel posto, ma anche in riferimento alle sue strane caratteristiche.

L’enigmatica Puzzlewood nella Foresta di Dean, nel Gloucestershire, è stato il set per una scena di battaglia nel film Il risveglio della forza

Death Valley, California

Il ritorno dello Jedi (1983)

Per i paesaggi aridi e a tinte arancioni del pianeta Tatooine si prestavano due continenti: l’Africa e il nord America. In quest’ultimo caso, la Death Valley della California è stata scelta nel momento in cui una tempesta ha interrotto le riprese in Tunisia. Le valli dei Golden Canyon, Desolation Canyon e 20 Mule Team Canyon hanno fatto da sfondo a diverse fondamentali scene di Una nuova speranza, ma facevano anche da scenario per il percorso che i droidi fanno per raggiungere il palazzo di Jabba ne Il ritorno dello Jedi.

Diversi canyon della Death Valley, come il Golden Canyon in questa foto, erano perfetti per ricreare il pianeta Tatooine in Una nuova speranza e Il ritorno dello Jedi

Tikal, Guatemala

Una nuova speranza (1977)

Una fitta foresta pluviale con antiche strutture realizzate dai Maya hanno fatto da cornice per il climax del film originario della saga. Considerata patrimonio mondiale dall’UNESCO, Tikal è stata una città cerimoniale abitata per 1500 anni rimasta avvolta nel mistero fino a tempi relativamente recenti, nonostante alcune delle piramidi in rovina svettino per oltre 60 metri, superando la cima degli alberi, come la piramide IV. Al suo culmine una vera e propria città e i suoi resti offrono tuttora un affascinante spaccato sull’ingegno dei Maya. Secondo l’UNESCO, nell’abbondanza di espressioni artistiche e architettoniche ci sono anche importanti elementi simbolici, come l’idea che le piramidi fossero come montagne che definivano un universo nel quale gli esseri umani convivevano con il loro ambiente.

Il tempio del Grande giaguaro a Tikal, Guatemala. Le piramidi di questo sito, riconosciuto dall’UNESCO, sono così alte che superano in altezza il tetto della foresta. Questa immagine è stata utilizzata per una base ribelle nascosta in Una nuova speranza

Etna, Sicilia

La vendetta dei Sith (2005)

Se diverse location della trilogia prequel sono state generate al computer, alcune sono state integrate con vere e proprie riprese di luoghi e, in questo caso, di lava. Nel 2002 un’eruzione del vulcano siciliano è stata filmata e aggiunta alla scena di un duello con spade laser tra Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker in uno scenario spruzzato di lava.

L’Etna durante un’eruzione. Quando il vulcano siciliano eruttò nel 2012, fu mandata una troupe de La vendetta dei Sith per filmare le colate laviche, che furono usate come integrazione di una scena per gran parte realizzata al computer nella quale si trovavano anche Anakin Skywalker e Obi Wan Kenobi
Il duello con spade laser, scena clou de La vendetta dei Sith (2005) fa parte di una scena in gran parte renderizzata al computer ma integrata con le immagini di una vera eruzione dell’Etna

Cheatham Grove, California

Il ritorno dello Jedi (1983)

Per ricreare la Luna boscosa di Endor, abitata da quegli orsetti chiamati Ewok, è stato utilizzato un boschetto di antiche sequoie che si trova in California. Le sequenze più veloci sono state girate all’interno del Cheatham Grove, a Crescent City, con il vicino Redwood National Park a fare da sfondo. Quest’ultimo ospita gli alberi più alti della Terra: alcuni raggiungono in altezza un edificio di 35 piani. Si dice che il più alto di tutti sia una sequoia di 115 metri cui è stato dato il nome di Hyperion, ma il luogo esatto in cui si trova è segreto.

La Cheatham Grove, popolata da antiche sequoie, si trova vicino a Crescent City, in California. È stata utilizzata per gli inseguimenti ne Il ritorno dello Jedi. Come sfondo sono stati usati altri boschi del parco nazionale di Redwood

Laghi Thirlmere e Derwent, Lake District

Il risveglio della forza (2015)

Ci fu sorpresa nel Regno Unito quando uscì il primo trailer de Il risveglio della forza, nel quale una flotta di X-Wing solcava la superficie di un lago che sembrava stranamente familiare. Diversi immaginarono che si trattasse del Lake District inglese. E avevano ragione. Diversi laghi che si trovano nel parco nazionale della Cumbria sono stati utilizzati come sfondo di scene, poi sottoposte a diversi livelli di potenziamento al computer. E tuttavia, anche dopo queste lavorazioni, continuavano a somigliare indiscutibilmente a uno dei luoghi verdi più amati del Regno Unito. Nel film è possibile identificare molte altre alture del Lake District, compresi i belvederi di Raven Crag e Blenchatra.

Thirlmere, nel Lake District in Cumbria è stato utilizzato – insieme al vicino lago Derwent per diverse scene aeree in Il risveglio della forza (2015)
In alto a destra di questo fermo immagine de Il risveglio della forza si scorge la cima boscosa di Raven crag, nel Lake District (2015)

Lago di Como, Italia

L’attacco dei cloni (2002)

La Villa del Balbianello, sulle sponde del lago di Como, ha rappresentato una sontuosa dimora reale sul pianeta Naboo. Il lago è il più profondo d’Europa con i suoi 410 metri e la lussuosa struttura che è sulla sua riva fu realizzata nel Diciottesimo secolo come luogo di ritiro letterario. Fu poi acquistata dal conte Guido Monzino, viaggiatore e avventuriero che tra le sue imprese annoverò quella di essere il primo italiano a scalare il monte Everest. Molti di questi traguardi sono commemorati nel Museo delle Spedizioni che si trova all’interno della struttura. Dalla morte del conte, nel 1988, la villa è gestita dal Fondo Ambiente Italiano.

La Villa del Balbianello sulle sponde del lago di Como, in Italia. Vecchia dimora di un avventuriero di sangue blu, la villa è stata usata per una importante scena di un matrimonio galattico ne L’attacco dei cloni. Oggi la villa è utilizzata per vere e proprie nozze

Tesco, Elstree

L’Impero colpisce ancora (1980)

La dimora spirituale di Star Wars – tra le molte altre – è questo venerando complesso di studios che si trova poco a nord di Londra. Diverse scenografie di questa struttura sono state monopolizzate dalla produzione della trilogia originale ma il gigantesco Stage 6, completato nel 1979, è stato costruito appositamente per ospitare L’impero colpisce ancora, e da lì sarebbe stato chiamato da tutti come “lo studio di Star Wars”. Fu smantellato nel 1989 e il terreno venduto a una catena di supermercati. Ecco perché i clienti del superstore che si trova a Elstree oggi calpestano lo stesso suolo dove furono girate le più importanti scene in interni de L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi. Dal parcheggio si può vedere il George Lucas Stage, chiamato così in onore del creatore di Star Wars, padre anche della saga di Indiana Jones che fu girata, anch’essa, qui.

Mark Hamill, George Lucas, Carrie Fisher e Harrison Ford sul set di Elstree del film L’impero colpisce ancora. Uno degli stage è stato costruito appositamente per la produzione del film. Oggi nello stesso luogo c’è un supermercato

Fonte: nationalgeographic.it

ROCCO FORTE HOUSE, LA TUA OASI A ROMA

18 Mar 2020 In: italia

Rocco Forte House è un nuovo concetto unico nel vivere una città, abbinando la tranquilla privacy di una casa privata con il servizio impareggiabile di un Rocco Forte Hotel.

Rocco Forte House è ospitato in un elegante e storico palazzo del 18° secolo di fronte alla famosa Piazza di Spagna. Situato nel cuore del centro storico, del centro storico di Roma, a pochi passi dalle vie dello shopping più alla moda della città, la Rocco Forte House è dietro l’angolo dall’elegante Hotel de Russie e dall’elegante nuovo Hotel de la Ville, dove gli ospiti possono sperimentare le terme, palestre, bar e ristoranti.

Il design di Olga Polizzi e Tommaso Ziffer delle cinque lussuose suite rivelano una cornucopia di colori, mescolando mobili antichi e pezzi distintivi degli anni Settanta per un ambiente eclettico e vibrante. Elegante ma confortevole, ogni spazio è stato progettato pensando al lusso quotidiano e curato con i migliori tessuti, arredi, opere d’arte e oggetti d’antiquariato. Le cinque suite vanno da 126 a 175 metri quadrati e comprendono un ampio soggiorno, una zona pranzo, una cucina e due eleganti camere matrimoniali.

Fonte: xoprivate.com

Migliaia di scene in una grotta al di fuori di ogni rotta commerciale, perciò ancora integre, ben conservate: mani, animali, figure umane disegnate nell’Antico Egitto in un lungo arco di tempo.

Antico Egitto, pitture rupestri in una grotta del Sinai. | MINISTERO DEL TURISMO E DELLE ANTICHITÀ DELL’EGITTO

Spettacolari pitture rupestri, di molti periodi diversi, sono state rinvenute in una grotta nel Sinai (Egitto), in un eccezionale stato di conservazione – favorito sia dal clima sia dal fatto che la grotta, relativamente piccola e con un accesso oggi piuttosto disagevole, nel corso del tempo è venuta a trovarsi fuori da ogni percorso commerciale e storico, conservando così tesori dell’Antico Egitto. Il centro abitato più vicino, Santa Caterina, ai piedi dell’omonimo monastero, si trova a circa 30 chilometri di distanza e conta poche migliaia di abitanti, e a poche decine di chilometri si trova anche il sito archeologico di Sarabit el-Khadem, che è ciò che resta di un insediamento noto nell’antichità per le cave di pietre preziose, in particolare per il turchese. La scoperta è stata illustrata dal Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano con un post su Facebook.

Antico Egitto, deserto del Sinai: l’ingresso della grotta dove sono state trovate migliaia di pitture rupestri di molti periodi differenti. | MINISTERO DEL TURISMO E DELLE ANTICHITÀ DELL’EGITTO

MOLTE PAGINE DI STORIA. Sulle pareti della grotta le pitture sono per lo più di colore rosso scuro e, stando alle prime datazioni, hanno un’età compresa tra i 10.000 e i 5.500 anni avanti Cristo, mentre sul soffitto vi sono scene più recenti, risalenti anche a circa 3.200 anni prima di Cristo. Sono per lo più animali, in particolare asini, ma sono raffigurati anche soggetti femminili e un gran numero di mani.

Nella grotta sono stati trovati numerosi resti di animali: ciò significa, secondo gli archeologi, che era utilizzata come rifugio dai nomadi. Le autorità egiziane hanno fatto sapere che le ricerche continueranno a lungo anche nell’area circostante, perché la scoperta è tra le più significative per quantità e qualità delle pitture, anche se non sono le più antiche mai ritrovate nel Paese, che risalgono a 17.000 anni fa.

Fonte: focus.it – Luigi Bignami

UNA VACANZA SUL MAR ROSSO

18 Mar 2020 In: Egitto

Le limpide acque del Mar Rosso rappresentano un’ambita meta per vivere splendide vacanze durante tutto l’anno

Mare cristallino, lunghe spiagge sabbiose, favolose barriere coralline, abitate da simpatici pesci colorati, sono le attrattive di tutte le principali località balneari, che propongono un’ampia offerta turistica adatta a soddisfare ogni tipo di aspettativa.

Hotel, resort e villaggi sono attrezzati per garantire comfort, relax e numerose attività sportive, tra cui snorkeling, immersioni, windsurf, kitesurf, canoa, vela, barche con fondo trasparente e stupendi campi da golf.

Non solo mare!

Sono tante le escursioni che lasciano ricordi indelebili: vivere un safari nel deserto a bordo di intrepide 4×4 o fare una passeggiata a dorso di cammello lungo la costa, sperimentare la guida con il quad sulla sabbia fine, per scoprire le innumerevoli tonalità di colore del deserto all’alba o al tramonto, e terminare la giornata con una tipica cena beduina accompagnata da musica e danze tradizionali. Lo svago e il divertimento non mancano! Sono numerosi i café, i locali alla moda, i ristoranti e le discoteche che animano la vivace vita notturna.

Collegate da comodi voli dall’Italia e da Il Cairo, località rinomate come Sharm el-Sheikh, Hurghada, Marsa Alam e Berenice sono dotate di aeroporti internazionali. Chi, invece, vuole raggiungere la costa, dopo aver visitato gli straordinari siti che custodiscono i tesori dell’Antico Egitto, può farlo anche su strada da Luxor e da Aswan. Lasciarsi alle spalle la verde valle del Nilo e attraversare il deserto fino ad intravedere le luccicanti sfumature del mare è un’esperienza indimenticabile.

Facciamoci sedurre dalla famosa Naama Bay a Sharm el-Sheikh o da una escursione in barca dedicata all’esplorazione dell’incredibile barriera corallina del parco marino di Ras Muhammad, paradiso per gli amanti delle immersioni e dello snorkeling. Oppure godiamo della bellezza di Hurghada e raggiungiamo l’isola di Giftun, con fondali impreziositi da foreste di coralli e spiagge incontaminate, come la bianca spiaggia di Mahmya.

Con il deserto sullo sfondo, Soma Bay, el-Quseir e Marsa Alam offrono paesaggi da sogno, dove spiagge di sabbia fine si affacciano su un mare turchese, abitato da razze, tartarughe marine e delfini. Le barriere coralline sono mozzafiato! E Berenice, la nuova destinazione del Mar Rosso, si apre al turismo con una proposta naturalistica di pura bellezza.

Baciato dal sole, il Mar Rosso è la scelta ottimale per godere di una vacanza appagante a poche ore di volo dall’Italia.

Secondo il rapporto “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero” di Istat, relativo al 2019, il turismo rallenta, ma allo stesso tempo crescono le gite a lunga permanenza. Gli italiani infatti preferiscono viaggiare meno, ma fare vacanze più lunghe, specie d’estate, e rimanere nel proprio Paese. Ecco qui, quindi, le 10 Regioni preferite per i soggiorni di almeno una settimana tra relax, cultura, arte oltre che sport.

La Toscana è la meta preferita per chi cerca arte e buona cucina

In Toscana c’è davvero di tutto: città d’arte, borghi, musei, parchi e riserve naturali, oltre a percorsi (anche guidati) alla scoperta di vigneti e cantine. Da Firenze a Siena, passando per Pisa ai Colli del Chianti, questa è la Regione perfetta per chi cerca viaggi slow e sostenibili, per chi va alla ricerca della Storia del nostro Paese, per chi ama la buona tavola e il buon cibo.

In Emilia Romagna c’è l’imbarazzo della scelta: cultura, mare e monti

Dai monti alla Riviera, l’Emilia Romagna è una delle destinazioni più amate anche dagli stranieri. Da Bologna, con i suoi bellissimi portici, a Parma, città italiana dalle Cultura 2020, fino a Rimini che quest’anno festeggia i 100 anni della nascita di Fellini, questa Regione unisce cultura, eventi, architetture a buona cucina e paesaggi spettacolari.

Lazio, meta ideale per chi ama l’archeologia e la natura

Lazio non è solo Roma, anche se la Capitale è una tra le più belle e affascinanti città di tutto il mondo. Da scoprire anche parchi naturali e misteriosi, come il Sacro Bosco di Bomarzo o la Riserva Naturale del Monte Rufeno o città nascoste, come quella di Norba che domina la Pianura Pontina. Perfetta destinazione per chi ama l’arte, l’archeologia e lo sport vista la presenza di molte ciclabili nell’entroterra.

Tra laghi e castelli, la Lombardia da scoprire

La Lombardia, con la sua Milano, è vivace, frizzante, multiculturale oltre che slow e green friendly. Basta uscire dalle città, infatti, per trovare una nuova dimensione tra gite al lago (in primis Como), in esplorazione tra i castelli, in Val Camonica o alla scoperta delle Abbazie, un tour che si può fare anche in bicicletta.

Non solo Venezia, il Veneto nasconde molti altri luoghi incantevoli

Borghi, castelli e oasi naturali: il Veneto è un’altra delle tappe preferite dagli italiani per viaggi di lunga durata. Non solo Venezia con la sua bellezza e Burano con le sue case arcobaleno, questa Regione nasconde piccole perle come il Borghetto Sul Mincio, uno dei borghi più belli d’Italia, e Marostica, col suo castello che sovrasta il paese. Da non dimenticare il Delta, meta ideale per gli appassionati di birdwatching e lo spettacolo della natura offerto dal Parco delle Dolomiti Bellunesi e i suoi laghi, come quello di Misurina.

In Trentino per monti e vivere in paesaggi da fiaba

Quando si parla di Trentino Alto Adige vengono subito in mente i monti, dove praticare escursioni, anche con tutta la famiglia. Qui ci sono veri e propri paesaggi mozzafiato, l’ideale per prendersi una pausa dalla città e ritrovarsi in mezzo alla natura, come in Val di Non, Passo Rolle o le cascate di Vallesinella. Luoghi magici e incantati, come il Lago di Resia, con il campanile che spunta dalle acque. Inoltre le città (come Bolzano, Rovereto, Bressanone) sono tutte piccole perle da ammirare, con le loro architetture da favola.

La Puglia, amata dagli italiani e meta desiderata dagli stranieri

Riconosciuta in tutto il mondo per la bellezza del suo mare e delle sue spiagge, in Puglia c’è molto di più, anche natura e archeologia. Il che la rende destinazione perfetta per le vacanze di lunga durata. Da vedere di certo le case bianche di Ostuni, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Monopoli, le Cave di Bauxite e il borgo di Alberobello. E per chi ama le gite verso le isole, le Tremiti sono certamente una tappa da mettere nella lista delle cose da vedere qui.

La bellezza della Liguria incanta i viaggiatori

Divisa tra mare e monti, la Liguria è l’ideale per chi ama il sole e le spiagge, ma soprattutto per chi preferisce fare escursioni o scoprire le città. Da vedere qui: le Cinque Terre, con le casette colorate costruite a picco sul mare; i Giardini di Hanbury, sul promontorio della Mortola; Sassello e i suoi boschi e Camogli con la sua abbazia. E nella patria del pesto genovese non può mancare una ricerca dei migliori produttori artigianali a Genova.

La Basilicata, in vetta per la varietà culturale

Tra spazi incontaminati, castelli e laghi da scoprire, la Basilicata si classifica come una delle Regioni più apprezzate per i viaggi culturali. Di certo molto ha fatto Matera, la città dei Sassi Patrimonio Unesco, che nel 2019 è stata Capitale della Cultura Europea e grazie ad eventi internazionali ha portato qui moltissimi turisti. Una Regione di certo da riscoprire a partire dal Parco della Murgia ai Laghi di Monticchio.

Per le escursioni i viaggiatori scelgono la Campania

La Campania è una delle mete più amate dagli italiani non solo per la Costiera Amalfitana e altre bellezze locali. A primeggiare qui sono le escursioni utili per ammirare veri e propri gioielli naturali come le Sorgenti di Sammaro, l’Oasi di Morigerati o andare alla scoperta del Vesuvio e nelle Valle dell’Inferno.

Fonte: SiViaggia.it

Facilmente raggiungibile e incredibilmente sorprendente, l’Oman del sud è la destinazione perfetta per chi cerca autenticità, lusso e relax allo stesso tempo

Sabbia chiara, mare blu e vegetazione rigogliosa. È questo il panorama che accoglie i turisti che atterrano a Salalah, la città natale del Sultano Qaboos nonché capitale della regione del Dhofar. “Benvenuti nella Svizzera della GCC”, ci dice accogliendoci la guida che ci accompagnerà nel viaggio alla scoperta del Paese. In effetti ha perfettamente ragione: mentre percorriamo le strade recentemente asfaltate che ci conducono all’Al Baleed Resort Salalah by Anantara, dove risiederemo, mi accorgo che bananeti e palmeti di un verde acceso costeggiano la carreggiata. Non è certo il paesaggio arido che mi aspettavo arrivando in Oman.

“È merito del Khareef,” mi anticipa la guida, “significa autunno. In pratica non è altro che un periodo di monsoni che va da giugno a fine agosto, ci permette di avere un clima sopportabile e una vegetazione rigogliosa, in tutto il Sultanato lo troverete solo da noi” conclude fiero. Avvicinandosi al resort, è immediato comprendere che ci troviamo ben lontani dallo sfarzo e dall’eccesso di Dubai e di Abu Dhabi: a Salalah il lusso è fatto di armonia con la natura, relax assoluto e rispetto delle tradizioni. Oman uno – resto del mondo zero.

Una storia antichissima

Ci troviamo a Salalah, la capitale dell’antichissima regione del Dhofar, località che soprannomineremo “la regina dei contrasti”: da nord a sud si susseguono infatti paesaggi che potrebbero appartenere a luoghi ai poli opposti del mondo. C’è il deserto del Quarto Vuoto, le montagne rocciose della popolazione Jabali e l’oceano blu con le spiagge bianchissime. Il Dhofar è una regione molto antica: qui i reperti archeologici dei porti più importanti della Penisola Arabica ci fanno sognare del marinaio Simbad e della regina di Saba. Il parco archeologico di Sumhuram, bene patrimonio Unesco affacciato su un fiordo d’acqua salata, si presta a lasciar viaggiare indietro nel tempo la fantasia: arrivavano e partivano da qui infatti i dhow (imbarcazioni tipiche in legno, ancora oggi fabbricate solo a Sur) che solcavano le acque del Golfo per trasportare spezie, incenso e tessuti preziosi.

Poco distante da Sumhuram si trova Al Baleed, con le rovine dell’antico sbarco commerciale di Zafar, il più importante della zona, meraviglioso da visitare al tramonto mentre una luce aranciata colora il sito che domina fiero la costa. A Mirbat, porto ancora in uso, si respira l’aria degli antichi scali, mentre la vita scorre scandita anche nel 2020 dai ritmi del mare. Qui ancora oggi infatti, come migliaia di anni fa, parte la tratta di scambio della materia prima più preziosa dell’intero sultanato (oro nero escluso): è l’incenso, simbolo universale dell’Oman nel mondo.

La Via dell’Incenso

Antica rotta che attraversava deserti e montagne per arrivare fino al mare, la Via dell’Incenso e in particolare le sue quattro componenti cardine (gli alberi del Wadi Dawkah, l’oasi di Shisr/Wubar e i due porti di Khor Rori e Al Baleed) sono oggi, oltre che testimonianza di una storia antichissima, riconosciuti come un importante sito Patrimonio dell’Umanità. Il processo di produzione dell’incenso è artigianale e parte dagli alberi di Boswellia sacra che crescono al confine con lo Yemen. Al Frankincense Land Museum di Salalah si scoprono i processi di lavorazione identici a quelli della notte dei tempi: in primavera si effettuano delle incisioni sui tronchi dell’albero sacro dalle quali sgorga una linfa lattiginosa, poi raschiata per diventare incenso.

L‘incenso in Oman ha le sembianze di minuscoli sassolini bianchi (al suq di Salalah scopro che più chiari sono, maggiore è la qualità) e per bruciarlo servono appositi manufatti artigianali, quasi sempre decorati con colori accesi, che a fatica costringo in valigia prima di ripartire. Lo si può acquistare ovunque puro o mescolato ad oli essenziali, in particolare a settembre quando a Salalah si tiene il grande mercato. Si usa anche sciolto nell’acqua come antinfiammatorio, in olio essenziale come antisettico, antidolorifico e calmante, mentre lo si mastica per alleviare lo stomaco.

Spiagge bianche, acque cristalline, resort super lusso

Aree archeologiche e wadi rigogliosi a parte, se c’è una cosa a Salalah in grado di conquistare il cuore di chiunque vi ci si rechi, quello, di sicuro, è l’oceano. Di un blu intenso che contrasta alla perfezione la candidissima sabbia delle spiagge infinite di Salalah, il mare dell’Oman è il paesaggio che vi si stamperà indelebile nella memoria in questo viaggio e i paesaggi dell’Al Baleed Resort by Anantara sono senza dubbio la sua consacrazione. Con un’architettura che richiama quella tradizionale omanita (con canali che potrebbero benissimo essere aflaj patrimonio dell’Unesco) e un affaccio diretto su un tratto di spiaggia privata, l’Al Baleed Resort by Anantara con le sue lussuose ville con piscina è il luogo ideale per sentirsi in perfetta armonia con la natura circostante. L’infinity pool vista mare a fianco alla quale si fa colazione, le cene servite direttamente sul bagnasciuga e i trattamenti all’incenso offerti dalla spa rendono infatti la permanenza a Salalah meravigliosamente rilassante.

Con numeri in fattore turismo che in Italia registrano un +17% per le partenze nel 2019, l’Oman e Salalah sono quindi il regalo da farsi prima che sia troppo tardi (Oman Air ha iniziato ad offrire voli super comfort e super lusso da tutte le principali città italiane 7 giorni su 7). Se la bellezza quest’anno ha un indirizzo preciso, questo è senza dubbio l’Oman: ora non resta che accorrere numerosi.

Fonte: esquire.com – Vittoria Meloni

Il magazine di super lusso Elite Traveler ha selezionato le suite più esagerate del mondo, da quella di 3000 metri quadrati a Bali a quella da 200mila dollari a Las Vegas

Lì dove osano i nababbi. Elite Traveler, il magazine sul lusso dedicato al jet set e ai ricconi, ha stilato la classifica delle cento suite più belle, esclusive, eccentriche e costose del mondo, che i comuni mortali possono solo sognare.

La Top 100 Suites aggiornata al 2020 è organizzata per aree geografiche, così, se avete un budget illimitato e non sapete dove andare in vacanza, in Europa potreste optare per la raffinata Suite de la Ville dell’Hotel de la Ville di Roma, oppure per la Belle Etoile Suite del Meurice a Parigi. Perché non provare invece in Centro America l’opulenza della Villa del Sandy Lane a Barbados, oppure in Asia la Sir Stamford Raffles Presidential Suite del Raffles Singapore?

Le più grandi e le più care

La selezione di Elite Traveler ha poi due categorie a parte, incentrate sulle camere di hotel più esagerate del mondo. Nella categoria “10 suite più grandi”, ecco la Mulia Mansion del Mulia Villas di Bali: una magione privata di 3mila metri quadrati su due piani, con sei camere da letto e piscina che abbraccia l’intera facciata. Seguono la Ty Warner Mansion del Las Ventanas al Paraiso in Messico – 2600 metri quadrati – e la Three Bedroom Villa del Mandapa, A Ritz-Carlton Reserve, ancora a Bali – 2000 metri quadrati.

La tariffa più esorbitante è invece quella della Empathy Suite del Palms Casino Resort, a Las Vegas, inaugurata nel 2019: un iperbolico e sontuoso parco giochi per adulti, arredato con opere d’arte realizzate appositamente dall’artista superstar Damien Hirst. Fra le altre cose, offre agli ospiti una sala massaggi, un bar per tredici persone e varie lounge perfette per dare un party con dozzine di invitati. Prezzo per due notti: 200mila dollari.

Le 10 suite più costose del mondo

1. Empathy Suite, Palms Casino Resort, Las Vegas – 200.000 dollari (due notti)


2. Royal Penthouse Suite, Hotel President Wilson, Ginevra – 81.000 dollari


3. The Mark Penthouse, The Mark, New York – 75.000 dollari


4. The Imperial Residence, Intercontinental Geneva, Ginevra – 59.000 dollari


5. The Muraka Suite, Conrad Maldives – 50.000 dollari


6. Ty Warner Penthouse, Four Seasons Hotel New York – 50.000 dollari


7. Prince Rainier III Suite, Hotel De Paris – 50.000 dollari


8. Penthouse, Faena Hotel Miami Beach – 50.000 dollari


9. Penthouse Suite, Hotel Martinez, Cannes – 50.000 dollari


10. Hilltop Estate, Laucala Island, Fiji – 45.500 dollari

Fonte: quotidiano.net

Lungo il punto più nord-occidentale dell’Africa si trovano antiche grotte circondate da leggende.

Lungo la punta più a nord-ovest del continente africano si trova un affascinante complesso di caverne intriso di miti e leggende. Secondo la tradizione, fu persino visitato da uno degli eroi più famosi della mitologia romana.

Secondo il mito, Ercole dormì qui mentre andava a rubare tre mele d’oro dal Giardino delle Esperidi. Rubare le mele, che si credeva conferissero l’immortalità, era l’undicesimo dei “12 fatiche di Ercole”. Secondo gli antichi scrittori, il giardino si trovava nel vicino Lixus (l’attuale città di Larache sulla costa atlantica).

Un’altra storia racconta che le grotte sono la fine di un tunnel lungo 24 chilometri che collega il Marocco e la Spagna. Un racconto popolare narra che le famose scimmie macaco di Gibilterra provenivano dall’Africa utilizzando questo passaggio.

Non troverai Ercole o scimmie nelle caverne, ma vale comunque la pena esplorarle. Il complesso ha due aperture. Quello che si affaccia sul mare ricorda la forma dell’Africa e si dice che sia stato creato dai Fenici. L’apertura che si affaccia sulla terra è stata creata dai berberi locali, che hanno tagliato le pietre dalla roccia.

Le grotte sono vicine al faro di Cap Spartel, costruito tra il 1861 e il 1864 da una coalizione internazionale (compresi Stati Uniti, Francia, Spagna e Marocco) che segna l’ingresso dello stretto di Gibilterra.

Le Grotte di Ercole si trovano a Capo Spartel, il punto più a nord-ovest dell’Africa continentale, a meno di 14 miglia a ovest di Tangeri. Le grotte sono aperte al pubblico e sono facilmente raggiungibili percorrendo la strada nazionale S701.

Fonte: atlasobscura.com

SANTIAGO CITTÀ MAGICA

Santiago, Pueblo Mágico, è un municipio ricco di natura e tradizioni, oltre all’architettura, alla gastronomia e al fascino ancestrale, è diventato il primo comune di Nuevo Leon ad essere dichiarato Pueblo Mágico, poiché conserva un ritmo tranquillo della vita nordorientale di un tempo.

Nel capoluogo comunale si possono ammirare le belle architetture che trasportano nel passato, come la Parroquia de Santiago Apóstol, con la sua caratteristica scalinata di fronte a Plaza Ocampo, dove il tempo si ferma e si può vivere con la gente di Santiago.

C’è anche la Casa de la Cultura, dove si possono trovare mostre di artisti locali oltre che di ospiti. Nel Palazzo Municipale si trova il Museo Storico dove, attraverso una visita guidata, si può conoscere meglio il nostro passato. Dal Mirador si può godere di una vista panoramica del comune, contemplando la bellezza delle sue montagne e della diga La Boca, dove si praticano sport acquatici.

SANTIAGO CITTÀ MAGICA
In questo comune si possono ammirare i paesaggi naturali, le sue belle cascate e le vedute panoramiche della catena montuosa di Santiago, dove si trova una grande varietà di pappagalli e fauna; cervi, orsi neri, scoiattoli, uccelli azzurri e gatti selvatici.

Qui si possono praticare sport estremi, c’è un circuito Canopy Tour, oppure si può fare un giro in veicoli di campagna, in moto, in bicicletta, a piedi o a cavallo. E c’è la possibilità di godere di un soggiorno confortevole negli alberghi e nelle cabine multiple situate nei comuni lungo la strada che porta attraverso la montagna fino alla bellissima Laguna de Sanchez.

Per quanto riguarda la gastronomia, Santiago si distingue da sola. Nella vasta gamma di ristoranti si possono trovare alcuni piatti tipici come l’arrosto di maiale, la coscia arrostita alle erbe fini, il pernil ranchero, lo stufato di manzo, la gorditas di lardo, l’aguamiel, la conserva di scorze d’arancia, la marmellata di zucca, i piloncillos così come i “turcos” e il tipico liquore di mela di montagna.

Principali attrazioni turistiche e attività • Parrocchia dell’Apostolo di Santiago • Parco Eco-Tourist Cola de Caballo (cascata della Cola de Caballo, baldacchino, roller zip, equitazione) • Diga La Boca • Bungee Hotel Horsetail • Vicolo venerdì • Mappatura video nella parrocchia (nei fine settimana) • Viaggio in tram
Cannonismo • Matacanes • Idrofobia • Chipitina

Fonte: Grupo Meca –  Riccardo Ariello


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