Recentemente su Yahoo! è stato trattato il tema dello skip lagging, quella particolare tecnica che consiste del prendere un biglietto aereo scontato per una destinazione e scendere allo scalo, risparmiando così anche fino al 70% sul costo di un biglietto per un volo diretto.

Negli Stati Uniti questo sistema è utilizzato da tempo e in Europa se ne parla da relativamente poco, sebbene molti passeggeri fossero già al corrente di questo ‘trucchetto’. Un trucco apparentemente legale – o almeno fino a oggi. La compagnia aerea Lufthansa, tra le più importanti a livello globale e espressione della precisione tedesca, ha infatti fatto causa a un passeggero che, nel nome dello skip lagging, ha perso intenzionalmente un aereo.

Il passeggero in questione aveva acquistato originariamente un biglietto da Oslo (capitale norvegese) a Seattle, con scalo a Francoforte. Il volo, datato aprile 2016, si era concluso a Francoforte per quel passeggero, e per ciò che gli importava andava benissimo così. Una volta sbrigate le faccende di Francoforte, era tornato a Berlino con un biglietto separato. Per questi viaggi aveva speso 657 euro. Mentre la compagnia oggi ne reclama 2769, ovvero la cifra dei danni (mancato guadagno) più gli interessi accumulati nel tempo.

Le compagnie aeree ovviamente non sono a favore di questa strategia e oltre a reclamare una perdita di profitto, fanno notare che la mancanza di passeggeri può causare ritardo nel volo (tempo speso per annunciare e richiamare chi manca) e in generale portare all’aumento delle tariffe.

Allo stato attuale il processo sta andando nella direzione del passeggero, ma Lufthansa si è appellata a un tribunale di livello superiore. Sta cercando con forza la vittoria processuale e se dovesse vincere il sistema dello skip lagging potrebbe subire un duro colpo.

Fonte: it.finance,yahoo.com