E’ una domanda strana… eppure alle Hawaii lo sentirete dire ogni volta che mangerete il POI!

Il Poi è un piatto nazionale hawaiano preparato con la radice del taro, un tubero amidaceo portato sulle isole dai primi immigranti provenienti dalla Polinesia Francese. Il nome originale hawaiano era kalo.

E’ considerato un piatto tradizionale proprio perché risale al periodo precedente all’arrivo dei popoli occidentali che influenzarono la cucina locale.

La coltivazione del taro è sempre stata di basilare importanza per i popoli del Pacifico, perché è stata essenziale per il loro sostentamento per secoli.

Nel metodo tradizionale si prepara schiacciando la radice del taro, cotta al forno o al vapore, su una tavola di legno con un pestello di basalto. Viene aggiunta dell’acqua fino ad ottenere la consistenza desiderata.

 

Può essere conosciuto come poi da “un-dito”, “due-dita” o “tre-dita” a seconda della consistenza, alludendo a quante dita siano necessarie per raccoglierlo e mangiarlo –  più è denso meno dita sono necessarie per raccogliere un boccone soddisfacente. Il poi ha un sapore delicato e un delizioso colore violetto.

 

Il taro era molto apprezzato dagli hawaiani, che credevano che la pianta fosse l’antenato originale del loro popolo. Il poi era considerato un aspetto importante e sacro della vita giornaliera e si credeva che lo spirito di Hāloa, il leggendario antenato del popolo hawaiano, fosse presente quando una ciotola di poi venne scoperta per il consumo al tavolo della famiglia e tutti i conflitti tra i membri della famiglia erano tenuti a fermarsi immediatamente. Sebbene molte persone al mondo consumino taro, soltanto gli hawaiani producono il poi.

Gli hawaiani tradizionalmente cuocevano il cuore della radice del taro per ore in un forno sotterraneo chiamato imu. Un imu è anche usato per cuocere altri tipi di cibi come il famoso maiale kalua, sempre presente in un lu’au hawaiano…. ma ne parleremo in un’altra puntata!