Già dall’autostrada, quando si avvista la rupe di tufo innalzarsi netta e definita in una vallata di dolci colline, si capisce che Orvieto non è un posto qualunque. Il paesino dell’Umbria sud occidentale, uno dei pochi della regione a essere stato benedetto dall’autostrada e da una ferrovia che lo collega senza cambi a Roma, Napoli, Milano e Venezia, è perfetto da visitare in due giorni.

Cosa vedere a Orvieto

“Orvieto è bellissima”, è vero, il contrario è impossibile da sostenere. Cosa vedere a Orvieto in due giorni? Tanto. Vale la pena prendersi un weekend pieno per rilassarsi ammirando piacevolmente ogni angolo nascosto della città, iniziando appena fuori il perimetro naturale della rupe, ritornando indietro nel tempo: dagli etruschi passando per i romani, le crociate, il rinascimento, il risorgimento, la seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri.

Primo giorno

Seguendo la strada dalla stazione ferroviaria si incontrano le tombe etrusche conosciute come Necropoli del Crocefisso del Tufo, prima tappa obbligata dei vostri due giorni. La visita è autonoma. Risalite poi fino a piazza Cahen per un rapido passaggio al Tempio del Belvedere etrusco del quale restano la pianta, la scalinata e parte delle fondamenta, per poi spostarvi di pochi metri verso una delle più belle attrazioni della città.

Il Pozzo di San Patrizio, capolavoro di ingegneria a doppia rampa elicoidale, vi porterà a 54 metri sottoterra. Leggenda vuole che porti fortuna lanciare le monetine nell’acqua direttamente dalla passerella al punto massimo di profondità, prima di risalire senza mai incontrare chi sta scendendo. Di nuovo all’aperto concedetevi una passeggiata alla Fortezza dell’Albornoz, nei giardini comunali, con una magnifica vista sulla vallata sottostante.

Uscite, andate a destra e risalite costeggiando la ex Caserma Piave fino piazza XXIX Marzo, dove si trova la peculiare chiesa di San Domenico. Della costruzione romanica restano solo l’abside e il transetto dopo che nel 1932 parte della costruzione fu abbattuta per far spazio all’accademia femminile di educazione fisica, oggi sede della guardia di finanza. Ma all’interno si trovano la cattedra di Tommaso d’Aquino, che per un periodo visse e insegnò teologia a Orvieto, e il mausoleo del cardinale De Braye realizzato da Arnolfo di Cambio.

Da qui potete ripartire per raggiungere il Palazzo del Capitano del Popolo, uno dei più bei palazzi di Orvieto, sull’omonima piazza. Se vi dovesse venire voglia di fare una corsa sulla magnifica scalinata mentre ammirate le merlature ghibelline, liberissimi di scalarla. Oggi il palazzo è sede di un centro congressi rinnovato nei primi anni 90 del Novecento.

Da lì puntate alla prossima meta, vicinissima, ma che vi sgranchirà definitivamente le gambe: la Torre del Moro, all’incrocio cardo/decumano tra Corso Cavour, via della Costituente e via del Duomo, visitabile fino in cima ai suoi cinquanta metri, dai quali potrete ammirare un panorama magnifico a 360 gradi. Se siete degli appassionati di tramonti, conservatela come ultima tappa della giornata e intanto procedete lungo corso Cavour, verso piazza della Repubblica e piazza di Sant’Andrea, dove si trova il palazzo incompiuto sede del comune e la chiesa romanica di Sant’Andrea con una splendida torre dodecagonale.

A questo punto della giornata vi siete meritati un po’ di struscio: la passeggiata classica degli orvietani comprende il tratto del corso che da piazza della Repubblica arriva alla torre del Moro poi devia a destra per via del Duomo, verso la meraviglia più conosciuta della città. La facciata si rivela tra i palazzi come una promessa. Ammiratela fermandovi sulla piazza, non ve ne pentirete, anche se la visita interna conviene lasciarla al giorno successivo.

Secondo giorno

Ripartite da dove vi siete fermati: il Duomo. Che se fuori è di una bellezza struggente, dentro lascia davvero a bocca aperta. La cattedrale gotica in bianco e nero di Lorenzo Maitani, terminata trecento anni dopo da Ippolito Scalza, è un vero capolavoro. Secoli ben spesi, viene da dire. Le due cappelle nelle navate laterali meritano una visita approfondita e guidata per ammirare la cappella di San Brizio, con gli affreschi del giudizio Universale iniziati dal Beato Angelico terminati da Luca Signorelli, e la cappella del Corporale dove è conservato il panno del miracolo di Bolsena nel reliquiario magnifico di Ugolino di Vieri.

Usciti dalla chiesa, se la giornata è bella, imboccate via Lorenzo Maitani, proprio di fronte al portale centrale, per svicolare lentamente verso uno dei gioielli di Orvieto, il quartiere medievale, fermandovi ad ammirare la Chiesa di San Francesco, costruita nel XIII secolo e punto più alto della città, prima di scendere tra stradine minuscole, ammirare scorci inediti e perdersi piacevolmente in un silenzio atemporale.

Qui saltano le regole: vi perderete in vicoli bui, a volte talmente stretti che ci si passa giusto in due affiancati, tra l’odore di tufo che trasuda. Oppure, previa prenotazione, dedicatevi a Orvieto Underground: il sistema di canali, grotte e cantine scavati nella roccia della rupe per scoprire la storia sotterranea della città. All’uscita riprendete Corso Cavour fino al percorso medievale, che inizia alla Cava. Ammirate lo scorcio struggente dei tetti arroccati come in un piccolo presepe, illuminati d’oro nel pomeriggio, mentre da via Malabranca scivolate fino alla chiesa di San Giovenale, la più antica della città: costruita nel 1004 sulle fondamenta di un tempio dedicato a Giove, che all’interno conserva un dipinto della Madonna del Soccorso. Dalla piazzetta davanti si gode di un tramonto magnifico e capita che siano aperti anche i giardinetti sotto l’ingresso, anche questi scavati nel tufo. Fermatevi ad ammirare un nuovo tramonto, ristorati di bellezza. Ripromettendovi che la prossima volta a Orvieto ci sarà ancora tanto da vedere.

In mezza giornata

Mezza giornata significa che state facendo un tour veramente serrato dell’Umbria oppure che siete di passaggio a Orvieto e avete comunque intenzione di visitarla. Promessa doverosa, mezza giornata è davvero poco. Comunque, se questo è il tempo a disposizione, per impiegarlo al meglio potete:

• Visitare il pozzo di San Patrizio, la Torre e il Duomo di Orvieto, che sono un po’ i simboli della città;

• Oppure scoprire l’Orvieto sotterranea, che non mancherà di stupirvi ma solo se non è la prima volta che visitate la città (nel qual caso, la soluzione migliore è la prima).

Cosa mangiare a Orvieto

La cucina umbra non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni e Orvieto ne è una degna rappresentate. Indipendentemente dal tempo che avete a disposizione, il palombo alla leccarda e il pollo alla cacciatora sono dei must immancabili. Senza dimenticare uno dei grandi protagonisti della terra di Orvieto, ovvero il fungo, esaltato dalle classiche pappardelle. Anche formaggi e insaccati di suino sono delle grandi specialità del posto: non ve ne pentirete ma, come sicuramente avrete capito, visitare Orvieto significa tralasciare momentaneamente qualunque dieta e qualunque esigenza di linea.

Fonte: lonelyplanetitalia.it – Arianna Galati